Tecnica mista
L’artista in questione si è ispirato ad un disegno di copia del volto del David di Michelangelo, successivamente decide di ricondurre il suo lavoro ad un ulteriore elaborato scultoreo, facendo diventare lo Schiavo Morente di Michelangelo la sua opera ispiratrice. A questo punto si attua un procedimento di decostruzione tecnica. L’artista decide così di sezionare l’opera e crearne una sorta di maschera che metaforicamente sta ad indicare un rifugio spirituale umano. Sconvolgendo in questo modo quel rapporto che persiste tra il bene ed il male. Esaltare le caratteristiche positive di tutto quello che vien comunemente definito arte. L’arte nel corso della storia è stata sempre un veicolo di comunicazione tra società e spirito. La società nasce dalla creazione, quindi pensare ad essa partendo dalla cultura nonché dall’arte, fino ad arrivare a qualunque genere di archetipo umano, interiorizzando lo stesso concetto di positività dell’arte ed esteriorizzandolo attraverso elementi sociologici.
L’artista in questione svolge il suo lavoro attraverso un processo di ricerca per quanto riguarda ciò che viene considerato esteticamente bello. Prendendo, ad esempio, in considerazione il pensiero del filosofo tedesco Baumgarten, si può ricondurre il concetto del bello artistico a quegli orizzonti che abbracciano la sensibilità umana, e quindi, della poesia, del bello e dell'arte. È a questa tradizione terminologica, in primo luogo aristotelica, che si richiama Baumgarten nel momento in cui battezza la stessa disciplina dell’estetica. L’artista, Valdis D’onofrio, riflette però su di un altro genere di estetica, quella che il filosofo Hegel definiva come l’estetica del brutto. Se il Bello, nella prospettiva hegeliana, appare come una manifestazione sensibile dell'Idea e della sua libertà, il Brutto si presenta come ciò che nega o limita tale libertà attraverso l'asimmetria, l'assenza di forma, la deformità e lo sfiguramento. E’ proprio per questo che l’opera in questione viene decomposta e ricontestualizzata materialmente, indice di una prospettiva diversa del mondo che parte dall’esterno e giunge all’interno di una coscienza comune, nascondendo così una sofferenza che tanto unisce e tanto separa il singolo.Attraverso la scomposizione del volto e di un movimento rotatorio scandito a sezioni, un po’ come se scandisse il tempo, l’opera sta quasi ad indicare il percorso di mutamento che ha fatto e che fa l’arte nel tempo.
Voglio ripercorrere, in quest’opera le varie fasi artistiche, passando dal cubismo, futurismo e l’arte scomposizionista, fino ad una visione più contemporanea, per far sì che lo spettatore possa immaginare significati diversi rispetto all’opera classica originale.