L'opera Invidia x Chiara
Ferragni, è tesa a rielaborare in chiave contemporanea un cardine della
pittura italiana e mondiale: Giotto. Recuperando il
lessico di cui il Maestro si servì per la serie dei Vizi nella Cappella degli
Scrovegni viene riproposto calandolo nella realtà digitale, brandizzata,
economica dell'oggi.
Gli emblemi, le allegorie quasi, che vengono colte sono l'occhio e il serpente, causa ed effetto. Lo spettatore
ha visione dell'oggetto verso cui provare invidia (che è l'occhio cigliato
stilizzato, logo di Chiara Ferragni) e immediatamente al di sotto vi è la
rappresentazione della stessa: il serpente in procinto di attaccare aizzandosi
contro la scatola vitrea nella quale è contenuto. Un mondo chiuso separato dal
vetro e per questo sacro (Αγιος) : il mondo digitale.
L' Invidia che si prova contro le
celebrità dei social, titolo di cui Chiara Ferragni porta il vessillo, è forse
la stessa che mutatis mutandis provavano i patavini all'inizio del XIV
secolo; se però nel Medioevo il gran signore conduceva una vita stando separato
dal popolo, oggi Chiara Ferragni è sempre tra le nostre mani e alla portata di
un clic; il “non-mondo” digitale provoca finanche l'esternazione della
frustrazione che si sente verso questi nuovi idoli e i soggetti agenti sono gli
haters: il logo bidimensionale della Ferragni nell'opera osserva cigliato
dall'alto il serpente, chiusi entrambi nella stessa teca vitrea.