Per Kant lo spazio è …”la condizione necessaria della nostra permanenza
e della nostra stabilità…”, abbiamo quindi bisogno dello Spazio per assumere e
conoscere la nostra esistenza.… l’esistenza stessa dell’ io è certa soltanto riferita
all’esistenza del permanente al di fuori
di noi. Lo spazio é reale come percezione dei fenomeni
all’esterno e ideale perché esiste come forma a priori della sensibilità. Lo spazio è quello
fisico intorno a noi ed è percezione di noi all’interno di esso, spazio che esiste senza di noi e
spazio che interagisce con noi e
con l’esterno. Quando l’integrazione tra spazio reale e spazio
ideale è sostenibile, l’unione è indissolubile e in grado di generare bellezza e quindi vita. Lo spazio è anche l’entità astratta che creiamo quando ci
relazioniamo sia fisicamente che emotivamente con gli oggetti e le persone. Questo spazio
diventa conduttore di azioni, più o meno veloci. L’opera è costituita da uno spazio
(l’ambiente fisico dell’ecosistema, la componente abiotica). I varchi che improvvisamente si aprono
sulle 4 superfici annullano lo spazio fisico e irrompono nella realtà rappresentano la
comunità (la componente biotica)
dell’ecosistema ovvero gli esseri viventi dell’ambiente
fisico.
Lo spazio e le sue figure come in un ecosistema, dove ogni
elemento entra in relazione
con l’altro, rappresentano un sistema aperto che interagisce
dinamicamente con l’ambiente
circostante a generare un continuo flusso di energia ideale
ovvero quella intellettiva e
umana capace di generare: emozioni, bellezza, scambio, intesa
, amicizia e amore