Material: led, bruciature, pasta di gesso e acrilici su tela.
Le parole ci circondano come una seconda pelle da indossare. Sono pronunciate, sentite, scritte, urlate, sussurrate, suggerite, copiate, ripetute per... Read More
Le parole ci circondano come una seconda pelle da indossare. Sono pronunciate, sentite, scritte, urlate, sussurrate, suggerite, copiate, ripetute per sentito dire, vengono da fuori e da dentro di noi, sono tante, a volte troppe.
Ho sempre amato il dialogo socratico che sta alla base della filosofia, quello che non vuole insegnare nessuna verità assoluta ma ha il solo scopo di alleggerirci da false credenze e posizioni di superiorità intellettuale e mostrarci così come siamo: mutabili e meravigliosamente imperfetti, capaci di cambiare idea.
Per questo Rumori e melodie sono per me le parole che ho catturato intorno ai tavoli pieni di amici e registrato di nascosto durante accese discussioni sui vaccini, sulla fallibilità della scienza, su Fedez e l’Avis, sulla miseria dei femminicidi e su alcuni podcast ben fatti, dialoghi rumorosi in cui le opinioni di ciascuno diventano, come note scritte su un pentagramma, una musica incalzante e fragorosa.
Tutti questi dialoghi sono stati poi stampati su un rotolo di tela e cancellati, trasformati con la bruciatura in una sorta di spartito musicale di tracce che lascia in evidenza solo alcune parole poetiche: la melodia essenziale che resta di tutti i rumori.
Percorrere il tempo è quasi un momento.