Quest'opera attinge al celebre balletto del “Il lago dei cigni” di Tajkovskij, triste storia d'amore
tra il Principe Siegfred e la bella Principessa Odette, trasformata in cigno da un maleficio.
Attualizzandola, la mia opera rimanda alla triste storia d'amore tra Russia e Ucraina, rappresenta cioè una sorta di prologo di un dramma consumato dinnanzi ai nostri occhi, l'inevitabile destino al quale i due Stati “amanti” non potranno sottrarsi, riproponendo la maledizione della guerra e della morte.
La figura della ballerina è stata dipinta dopo ripetute bozze cartacee, preziose per la composizione dell'opera, soprattutto per dare quella forza teatrale che amo concedermi. Mi domando se Degas sarebbe fiero della mia ballerina moderna! Grazie alla sua posa ambigua, dall'inquadratura fotografica, tanto prediletta nei primi del Novecento, con il tutù nero e giallo ei pungiglioni comunicano l'irrefrenabile urgenza delle sue intenzioni belliche.
Lo sguardo fiero, di un intenso azzurro glaciale, penetra la curiosità dello spettatore, mentre il corpo in condizione di equilibrio e di quiete apparente si estende nella tela con l'unico scopo di apparire più grande,
simile al comportamento di una mantide che utilizza le sue ali a scopo difensivo
per apparire più sconfinata di fronte ai predatori.
Il quadro è chiazzato da gocce di color sangue che alludono alla guerra (portandoci a riflettere sulla “Critica alla casualità” di David Hume) le quali ci lasciano immaginare dinnanzi alla giovane ballerina una scena di orrore, di sgomento e di sofferenza che si può solo congetturare, perché volutamente assente nel dipinto.
Questa è la forza generatrice del mio linguaggio artistico, psicologicamente ironico, ambiguo
e nello stesso momento critico.
Sullo sfondo nero del vestito si intravede Vladimir Putin, raffigurato in regina calabrone, intento a dirigere la sua “la danza macabra”. Alle spalle le ali di un vecchio stemma conosciuto per la sua crudeltà ed un nastro tra le mani della ballerina, quasi attorcigliato, in segno di dominio sul pensiero e sul corpo della protagonista.
Tale dettaglio vuole sostenere i cittadini russi che si oppongono ancora oggi al regime autoritario ed invasore,
che tuttavia li sottopone inevitabilmente ad un impietoso pregiudizio da parte del mondo intero.
Quest'opera nasce e ha la pretesa di esistere per testimoniare “invasione”, “offensiva” e “guerra” a cui stiamo assistendo.
Le tre parole infatti sono state vietate/bandite/censurate dal presidente russo Putin nel 2022.
Testo Thomas Diego Armonia