Autore Andrea Muston
Titolo: Cork
Anno 2018-2020
Dimensioni: riquadro interno cm 36 x 53 - raggiatura esterna cm 118 x 102
Tecnica: ASSEMBLAGGIO: giocattolo, statuina in plastica e indumento su tavola di legno con spruzzo doratura, corona di raggi in legno dorato.
poetica
Cork è la città irlandese dove un giudice ha mandato assolto uno stupratore perché la ragazza stuprata indossava un tanga. Il giudice ha riconosciuto l'indumento femminile come “provocazione” sufficiente per mandare assolto lo stupratore.
Ad avviso dell'autore dell'opera, si tratta di un vero e proprio femminicidio giuridico.
Alla donna viene negato il diritto di vestirsi o svestirsi come vuole.
Al maschio viene riconosciuta la facoltà e la libertà di lasciarsi travolgere dall'istinto. Viene riconosciuto come socialmente accettabile la sua bestialità, se per "bestia" si intende un essere che segue i suoi istinti senza altro criterio. La donna è stata crocifissa al suo provocatorio indumento. Il concetto di provocazione femminile è il meccanismo dell'antica fiaba sumerica dove una donna viene indotta da un serpente e offre al proprio compagno un frutto speciale, racconto poi rivisitato nel noto racconto biblico della mela di Adamo ed Eva.
Eva provoca, seduce, Adamo soggiace.
Il concetto del peccato originale è uno dei pilastri della dottrina Cristiana. L'angelo allude sinteticamente al ruolo della Chiesa, dispensatrice di dottrina, pronto a sacrificare il corpo per “salvare l'anima”.
Scelte compositive
Il riquadro dorato che fa da sfondo alla composizione vuole richiamare le icone cristiane la cui produzione è tipica dal periodo bizantino e fino ai nostri giorni in ambito cristiano-ortodosso.
Il coronamento di raggi dorati richiama lo stile barocco sottolineando i contenuti simbolici dell'arte derivata dalla controriforma tridentina.
Utilizzare della bambola giocattolo
Da ogni bambola trapelano inequivocabili rituali erotici: vestire, abbellire, degradare, svestire per degradare la donna ad oggetto di piacere. Se il giocattolo richiama comunque anche l'infanzia con il suo corteo di fragili innocenze, la sua esposizione impudica denuncia l'impudicizia del pensiero maschilista che rivendica, nella presunta provocazione derivante dalla nudità o dall'indumento erotico, ogni libertà di manipolazione e violenza.
La statuina del presepe
L'angelo con il cartiglio riporta la parola “gloria” richiama il ruolo repressivo delle chiese legate alle “religioni del libro”, ma non solo quelle, nel relegare la donna a ruoli ben circoscritti di “sposa” e “madre”, negando quindi ogni libertà erotica, fino a negare il piacere stesso della donna.
Dettagli
La donna è crocifissa al suo tanga perché “crocifissa” alla sua scelta.
La nudità della bambolina, al contrario delle bambole di H. Bellmer, non ha voluta la valenza erotica, ma denuncia la fragilità della condizione femminile.
Il volto girato della bambolina, da un lato denuncia la visione della donna come anonimo oggetto erotico dell'immaginario maschilista e dall'altra la rende immagine universale di ogni donna.
L'angelo è appeso ad un gancio per denunciare l'artificiosità culturale delle religioni che rivendicano il controllo intimo del corpo di ogni singola persona come forma del controllo sociale con la mitologia della vita ultraterrena.
I segni sul fondo dorato intorno all'angelo vogliono indicare una sorta di “agitazione e inquietudine” delle chiese in merito alle recenti emancipazioni delle donne e dell'umanità in genere.
San Daniele del Friuli, 2018 - Loreto, 2020 Andrea Muston