Progetto di Antje Stehn (Italiano)
Titolo: Capanna per artisti realisti terminali
Misure: altezza 2.30m, lunghezza 4 m, profondità
2 m (Misure variabili)
Materiale: legno di nocciolo, bastoni di bambù,
fibre di cocco, fibre di palme cinesi, crine di cavallo, tessuto di juta, rete
di ferro.
Messa in sicurezza: I tre portanti della capanna vengono
fissati tramite viti espansi direttamente nel pavimento. O in alternativa, si costruisce un binario interno che impedisce lo spostamento
accidentale.
L'installazione consiste di una grande capanna fatto di materiali naturali che
provengono da ogni parte della terra e vuole richiamare agli
improrogabili nuovi approcci necessari per correggere il corso
autodistruttivo dell’umanità e a pensare in maniera diversa alla
nostra relazione con l’ambiente e con tutte le specie presenti sul
pianeta.
Durante
le giornate degli eventi una serie di performance di poesia/musica/
danza ,eseguite in tante lingue diverse, interagiscono
con l'installazione e
invadono lo spazio con parole, suoni, e movimenti. Le performance
vengono organizzati dal collettivo poetico Poetry
is my passion. Una città mille lingue.
L'entrata
alla capanna è aperta. Non
è più il dentro o il fuori ma ci muoviamo su una soglia, uno
spazio intermedio. L'apertura dunque significa ammettere il due,
almeno, cioè il plurale.
E
questo il punto di partenza
di Poetry is my passion che
nasce
come un progetto poetico e si basa sulla ricchezza del multilinguismo
e dell'interculturalità. Si intende ricercare e organizzare tracce
significative di una poetica metropolitana nelle svariate comunità
d’origine - di per sé non omogenea - ma portatrici di un
patrimonio vivo che può misurarsi con il patrimonio culturale delle
nostre metropoli.
Il
tetto della capanna ha una forma che ricorda lontanamente una M. E un
riferimento alla Linea Insubrica, che attraversa le Alpi da ovest
verso est, come una specie di M con la punta bassa sul lago di Como.
Si tratta di una geo-struttura, dove si incontrano la placca
euroasiatica e la placca adriatica che non è nient'altro che una
micro-placca staccatasi da quella africana nel periodo Cretaceo. Cosa
significa questo? Significa che quelli di Chiavenna al nord del lago
di Como si
trovano sulla placca euroasiatica mentre noi a Milano
ci troviamo geologicamente in Africa.
I
materiali usati per la capanna hanno significato geografico,
ecologico e storico in quanto si tratta di piante “migranti” che
sono venuti da lontano ma ora fanno parte del nostro paesaggio.
-La
copertura è fatta con delle fibre vegetali, che provengono dalle
palme di origine cinese, dette palme di Fortuna. Sono
piante particolari che resistono alle temperature sotto zero e che gli
inglesi avevano introdotte sul lago di Como alla fine del'800.
-Sulla
parte bassa della copertura c'è una striscia di crine di
cavallo
-All'interno abbiamo fibre di palma di cocco, tipica dei
tropici, risorsa di cibo e materiale per tante popolazioni. Nel
nostro immaginario invece fa parte delle spiagge incontaminate dei
paradisi vacanzieri .
-Come fodera c'è la iuta, fibra vegetale,
che per i suoi riflessi lucenti e dorati è chiamata la fibra d'oro.
Prodotto principalmente in Bangladesh e India è una delle fibre
naturali più versatili usata nei settori dell'imballaggio, del
tessile, dell'edilizia,
-La struttura della capanna, è fatto con
rami di nocciolo, tipico delle nostri zone e stecche di bambù
originario dell'Asia, prodotto però in Lombardia, dove la produzione
da alcuni anni sta facendo un boom.
Si tratta dunque di un
ensemble di variegati tessuti pieno di significato che confluiscono
in una unità capace di evidente personalità propria.
Project by Antje Stehn (English)
Title: Hut for terminal realist artists
height 2.30m, length 4m, depth 2m (Variable sizes)
Material: hazel wood, bamboo sticks, coconut fibers, Chinese palm
fibers, horsehair, jute material, iron net.
Safety measures: The three supports of the hut are fixed by
expanded screws directly into the floor. Or alternatively, an
internal track is built that prevents accidental movement.
The work consists of a large hut made of natural materials that
come from all over the earth. During the exhibition, around and
inside the work there will be a series of poetry / music performances
performed in different languages, so that the space is invaded by
words, sounds, and movements. The performances are organized by the
collective Poetryismypassion, Una città, mille lingue.(One city
thousands of languages)
The entrance of the hut is open. There is no longer the inside or
the outside, but we are moving on a threshold, in an intermediate
space. The opening therefore means to admit the two, the plurality.
And this is the starting point of
Poetryismypassion which began as a poetic project and is based on the
richness of multilingualism
and interculturality. We therefore try to find and organize
significant events, that show the traces of a metropolitan poetic in
the various communities present in the city which are not homogeneous
in themselves but bear a living heritage that is on the same level as
cultural heritage of our metropoles.
The roof of the hut has a shape that
remotely reminds an M. It is a reference to the Insubric Line, which crosses the Alps
from west to east, as a kind of M with a low point on the lake of Como. It is a geo-suture, where the Eurasian plate meets the
Adriatic plate which is nothing but a micro-plaque detached from the African one in the Cretaceous
period. What does this mean? It means that those from Chiavenna in
the north of the Como lake do live on the Eurasian plate while we
here in Milan are geologically in Africa.
The materials used for the hut have geographical, ecological, and
historical significance, because most of the plants have “migrated”
to us:
-The cover is made with vegetable fibers, which come from palm
trees of Chinese origin, called Fortuna palms. These plants resist
temperatures below zero and that's why the British had introduced
them on the Lake Como area at the end of the 1800s.
- On the lower part of the hut there is a strip of horsehair
-Inside we have coconut palm fibers, of tropical origin, a
source of food and material for many populations, so different to our
imaginary where coconut trees are part of the beaches in holiday
paradises.
- Inside the hut there is jute material,a vegetable fiber, which
is called the golden fiber due to its shiny and golden reflections.
Mainly produced
in Bangladesh and India it is one of the most versatile natural
fibers used in the packaging, textiles and in the construction
sector.
-The structure of the hut is made with hazelnut branches, a local
tree and bamboo sticks originating from Asia, but now produced in
Lombardy, where production has been booming for some years.
The hut is therefore an ensemble of various ,significant
materials which come together in a unit capable of evident
personality.