YouTube link: https://www.youtube.com/watch?v=V6DJ9CXFc2s
Can we communicate with abandoned spaces?
How should we deal with them?
I was born in a small town on the outskirts of Turin, where a major economic and social crisis has condemned the area to abandonment and decay, affecting the agricultural and industrial areas. By carefully looking inside the abandoned spaces that this phenomenon has produced, we can perceive the misuse of the resources at our disposal. We can sense the traces that time leaves on everything, the signs of transformations that have taken place and the forerunner of what the future holds for spaces and humanity in general. This phenomenon is clearly visible in Trino Vercellese, where the flat horizon of the countryside is interrupted by the disturbing silhouettes of the two towers of the (former) nuclear power plant, built near the agricultural village of Leri. Among several rural houses the villa of landlord Count Cavour – architect of the Italian unification and promoter of important agricultural innovations in that area – stands out. Over the past fifty years this place was progressively depopulated due to the mechanization of agriculture, and eventually it was completely abandoned because of the construction of the power plant, losing definitively its function. Even Cavour’s historical house was condemned to oblivion and decay. While exploring the ghost village reduced by now to a state of peeling walls and crumbling roofs one wonders why nobody bothered to protect it and preserve the important history behind it. My work entitled “Cantun Früst” (in Piedmont’s dialect “consumed village”) – part of the larger series “dialogues with abandonment” – develops in several stages. After a first inspection of the site I collected various materials I found here and there (old cement tiles – fragments of the lost nobility of the court – and rusty irons – a memory of daily work). Then, I created a squat-shaped structure from which three large pipes come out. It holds together the elements of a stove, representing the cornerstone of community life of the village farmers, with a structure that in terms of function and aesthetics refers to the shape of the power plant's towers. The final step was to bring my composition back into the village, in front of the looming skyline of the power plant, giving the impression that its component fragments were taking shape to tell the past. So I lighted some smoke bombs inside it ensuring coloured clouds came out of the pipes/chimneys, slowly taking over all the surrounding space, blurring the outlines of objects and drawing the attention of the outside world. This final performance highlights the strong discord existing between the fate of the village, which although being harmoniously integrated in the territory it isn’t needed anymore and is abandoned to decay, and the nuclear power plant, an impending monster out of context that contributed to the abandonment itself. The performance was filmed and the video is played in a loop on a monitor alongside the work. Last time I performed in the village I met some locals who were starting an organization for the protection of that long-forgotten place.
YouTube link: https://www.youtube.com/watch?v=V6DJ9CXFc2s
Si può comunicare con i luoghi abbandonati?
Come ci dobbiamo comportare con essi?
Sono nato in un piccolo paese alla periferia di Torino, dove una grave crisi economica e sociale ha condannato il territorio all’abbandono e al degrado, interessando intere aree sia agricole che industriali. Guardando attentamente all’interno degli spazi dismessi che questo fenomeno ha prodotto, si percepisce il cattivo uso fatto delle risorse a nostra disposizione, si possono cogliere le tracce che il tempo lascia su ogni cosa, indizi delle trasformazioni avvenute e presagio di ciò che il futuro riserverà ai luoghi e all’umanità in generale. Questo fenomeno è ben visibile a Trino Vercellese, dove il piatto orizzonte delle campagne è interrotto dalle sagome inquietanti delle due torri della Centrale (ex) Nucleare, costruite nelle immediate vicinanze del borgo agricolo di Leri. Tra le case rurali spicca la villa di campagna del proprietario dei terreni, il conte Cavour, artefice dell’unificazione dell’Italia, e fautore di importanti innovazioni agricole in quella zona. Questo luogo, nel corso di cinquant’anni si è progressivamente spopolato a causa della meccanizzazione del lavoro dei campi fino ad essere completamente abbandonato alla costruzione della centrale, perdendo definitivamente la sua funzione e condannando all’oblio e al degrado anche la storica dimora. Esplorando il borgo fantasma ormai ridotto allo stato di muri scrostati e tetti sfondati, ci si chiede come mai nessuno lo abbia tutelato, nessuno ne abbia custodito la storia importante che racconta. Il mio intervento dal titolo Cantun Früst (termine dialettale piemontese che significa Borgo consumato) – che fa parte della serie più ampia “dialoghi con l’abbandono” – si sviluppa in più fasi: dopo un primo sopralluogo nel sito, con i materiali che vi ho reperito (vecchie cementine – frammenti della perduta nobiltà della corte – e ferri arrugginiti – memoria del lavoro quotidiano) ho realizzato una struttura dalla forma tozza da cui fuoriescono tre grossi tubi: essa riunisce in sé l’elemento della stufa, fulcro della vita comunitaria dei contadini del villaggio, e un corpo che per estetica e funzione rimanda alle forme delle torri della Centrale. Successivamente ho riportato l’oggetto all’interno del borgo, davanti all’incombente skyline della centrale, come se i frammenti che lo compongono prendessero forma per raccontare il passato. Ho poi attivato dei fumogeni al suo interno facendo sì che dai tubi fuoriuscissero nuvole colorate, che lentamente si sono impadronite dello spazio circostante confondendo i contorni delle cose e richiamando l’attenzione del mondo esterno. Questo ultimo atto evidenzia la forte dissonanza che esiste tra la sorte del borgo, che pur integrandosi armoniosamente nel territorio, ha cessato di servire ed è stato abbandonato al degrado, e la Centrale Nucleare, incombente mostro fuori contesto che è stata concausa di tale abbandono. L’azione e stata filmata, ed il video è riprodotto in loop su un monitor allestito a fianco dell’opera. Durante l’ultimo intervento nel borgo ho incontrato delle persone che stanno fondando una società per la tutela di quel luogo per anni dimenticato.
