CALLISTO
Il concetto fondamentale sul quale si basa la serie dei lavori presentati è
quello di provare a tradurre in oggetti visibili ciò che nell’antichità poteva
avvenire nella mente delle persone che ascoltavano i racconti orali, spesso unica
forma di conoscenza. Come da un racconto ascoltato scaturiscono, in ognuno di
noi, immagini mentali diverse, così in questi lavori, visti attraverso la
deformazione di una lente, i soggetti prendono connotazioni diverse a seconda
del punto di vista e della sensibilità dell’osservatore.
Concetto dell’opera “Callisto”
L’opera fa parte di una serie, inedita, dedicata al
racconto con soggetti ispirati a storie della mitologia classica; in dettaglio
è rappresentata il mito di Calisto, come metafora delle pene inique e delle sofferenze
che devono attraversare le persone pure che non conoscono l’inganno e che per
questa colpa vengono vessate. La figura di Callisto viene rappresentata nella
composizione come simbolo della metamorfosi, in tre momenti, tra uno stato
terreno ad uno celeste.
Concetto della serie
La forma concreta, modellata e scolpita,
si percepisce attraverso la deformazione di una lente. Le continue deformazioni
dei soggetti sono la rappresentazione materiale dell’ineffabile,
dell’immaginazione e delle suggestioni nate dal racconto.
I volumi e gli spazi perdono i loro
limiti e si avvicinano all’evanescente ed all’indefinito, come
nell’onirico.
La scelta dei soggetti antichi, delle
storie della mitologia, portano l’attenzione ad un momento arcaico inteso come
origine.
Descrizione tecnico-artistica
Bassorilievo in gesso patinato, montato su cornice in
legno laccato e visibile attraverso una lente di grandi dimensioni che ne
deforma la percezione.
L’istallazione
ha come intento dare all’osservatore una visione dell’opera non rigida e fissa,
ma di fronte alla scultura si possono vedere tutti gli elementi, anche se non si
può osservare tutte le parti contemporaneamente ed in modo definito, le figure
sfuggono alla visione e si deformano in infinite varianti.