Il progetto è una torre multicolore composta da sacchetti di plastica riciclata trasparenti contenenti una carta velina colorata che trattata con la gomma arabica rimane trasparente senza perdere la vivace colorazione. I sacchetti sono cuciti e composti come fossero piastrelle ed essendo materiali da imballaggio sono stampati con diversi linguaggi, anche non occidentali. la torre è appesa ma arriva fino al pavimento. Essendo leggera è di facile installazione e di misure variabili.
Spiegazione:
Il progetto parte da un'idea di un incontro di culture. La storia della torre di Babele narrata nella Bibbia ci racconta la nascita delle diverse lingue nel mondo: gli uomini volevano innalzarla fino al cielo e vennero puniti da Dio per la loro arroganza. La punizione trasformò il loro linguaggio in sette lingue diverse e non riuscendo più a comunicare tra loro la torre si trasformò in un caos e mai come adesso il tema tocca la nostra quotidianità. L'incomunicabilità, male degli uomini in tutte le epoche, si trasforma oggi in insofferenza, intolleranza, indifferenza sfociando anche in manifestazioni di violenza a causa delle quali spesso a pagare sono i più deboli.
La torre di Babele è diventata quindi un simbolo e sinonimo di confusione e disordine.
Nei miei lavori c'è sempre una fusione tra caos e leggerezza ed entrambi mi appartengono. Il caos è uno stato mentale al quale cerco sempre di sfuggire dandomi un ordine, ma al tempo stesso lo cerco perchè è materia del mio costruire; la leggerezza invece è la mia parte più intima, la più fragile, quella che riesce però a farmi vedere il contenuto di tutte le storie che voglio narrare.
Un grande spazio, pieno di vuoto e all'interno solo una torre multicolore, un grande impatto visivo per una Babele contemporanea.