ARIANNA
Il concetto
fondamentale sul quale si basa la serie dei lavori presentati è quello di
provare a tradurre in oggetti visibili ciò che nell’antichità poteva avvenire
nella mente delle persone che ascoltavano i racconti orali, spesso unica forma
di conoscenza. Come da un racconto ascoltato scaturiscono, in ognuno di noi,
immagini mentali diverse, così in questi lavori, visti attraverso la deformazione
di una lente, i soggetti prendono connotazioni diverse a seconda del punto di
vista e della sensibilità dell’osservatore.
Concetto
dell’opera “Arianna”
Nel mito greco è una
divinità femminile a dare inizio ed a dipanare il filo della vita. L’eroina più
celebre che lega il suo nome a tale filo, ed a tale metafora, è Arianna. Il suo
gomitolo di lana non viene utilizzato per la tessitura, ma donato all’amato per
la sua salvezza; il filo si svolge e si srotola nei corridoi del labirinto,
prigione del Minotauro. Diviene quindi simbolo dell’impossibilitò di un intreccio,
in questo caso matrimoniale, di cui la tessitura ne è metafora nel racconto
antico. Arianna disperatamente destinata alla solitudine, ed abbandonata con l’inganno
da Teseo, trova poi l’amore sincero ed affettuoso di Dioniso. In questa opera
viene rappresentata nel carro dello sposalizio trainato da pantere ed accompagnata
da satiri festosi.
Concetto della
serie
La forma concreta, modellata e scolpita, si percepisce
attraverso la deformazione di una lente. Le continue deformazioni dei soggetti
sono la rappresentazione materiale dell’ineffabile, dell’immaginazione e delle
suggestioni nate dal racconto.
I volumi e gli spazi perdono i loro limiti e si avvicinano
all’evanescente ed all’indefinito, come nell’onirico.
La scelta dei soggetti antichi, delle storie della mitologia,
portano l’attenzione ad un momento arcaico inteso come origine.
Descrizione tecnico-artistica
Bassorilievo in gesso
patinato, montato su cornice in legno laccato e visibile attraverso una lente
di grandi dimensioni che ne deforma la percezione.
L’istallazione
ha come intento dare all’osservatore una visione dell’opera non rigida e fissa,
ma di fronte alla scultura si possono vedere tutti gli elementi, anche se non
si può osservare tutte le parti contemporaneamente ed in modo definito, le
figure sfuggono alla visione e si deformano in infinite varianti.