ALBERTINI presents "Ariadne in Mythology"
Albertini produces this work between 2019/2020. Touching in a profound way the
theme that has always been the basis of her poetics: the feminine as purity of
representation and "re-affirmation" of women in society.
This work, which is titled "Arianna" in mythology, is a large
work, from the artist's proof presented here, subsequent copies in lacquered
aluminum are in production and on sale. Ariadne in mythology is the first of a
series of female representations, which are in the process of being created. In this series of women in
mythology and the feminine follows, the sculpture entitled: "Judith and
Holofernes" 2021.
This female sculpture, as the
title says, is inspired by and represents the "Ariadne" of mythology.
Albertini's Ariadne is caught
in the pose of a woman who looks perplexed at the "world" from after
being abandoned. It is her suspended gaze and her classic beauty that
leave the viewer fascinated and amazed.
The natural pose of Arianna seated makes us understand Albertini's
intention of wanting to give a vital meaning to her sculpture, which is not a
copy or a tracing of an existing being, but it is she, it is herself, that is,
the imaginative representation of the feminine understood precisely in its
profound philosophical meaning. The distant gaze of Albertini's Ariadne is
striking because it is a gaze that goes beyond detaching itself from concrete
reality, leading the viewer to imagine her dreams and innocent thoughts
betrayed and the sense of loneliness and abandonment immediately.
:
Ariadne in mythology – “ deepening”
... Arianna was the daughter of the king of Crete, Minos, who had
imprisoned the Minotaur, monster half man and half bull, in a labyrinth built
by Daedalus, from which it was impossible to escape.
Every year seven Athenian girls were fed to the monster, until Theseus, son
of the king of Athens, hid among the girls to be sacrificed for the purpose of
killing the monster. Ariadne and Theseus fell in love and when it was Theseus's
turn to enter the labyrinth, he unraveled the thread given to him by Ariadne
along the labyrinth, at the suggestion of Daedalus (the famous Ariadne's
thread). he managed to get out of the labyrinth. And he set out with his and
Ariadne's ships. Stopping on the island of Naxos, after having lain with
Ariadne, he abandons her on the desert island ... then some stories continue
with Dionysius who gives her a crown becomes a constellation .. (if you want to
learn more, follow and read about the mythology of Ariadne)
Why Ariadne in mythology and
the feminine?
Albertini: "the name Arianna and the mythology that surrounds it have
always fascinated me ...
"Today, more than ever, the myth of Ariadne abandoned by Theseus on
the island of Naxos brings us back to our time when, we abandoned on our desert
island, alone ... we see the world moving away ...
... Arianna is a victim of her own love and her own naivety ...
She Arianna, who gave Theseus the woolen thread to allow him to escape and
save himself from the maze of the labyrinth of Minos from which it would not
have been possible to get out without her thread, believing in his love and in
his promise to become his bride, follows, he embarks with him on his ship but
is cowardly abandoned on the deserted and inhospitable island of Naxos.
Cowardly and secretly Theseus, sets sail at dawn with her ships and runs away
leaving her alone on the desert island ... this would seem the real ending ...
where Ariadne, looking at her ships, remains petrified.
How many Ariadne there are in women today, how many of us believed in love
and then were disappointed. This is why the myth of Ariadne is important in my
opinion, because it represents the ability of women to fully believe in love.
The history of art is rich in the beautiful representations of Ariadne ...
the beautiful princess of Crete abandoned on the island of Naxos.
... I also like to think about the romantic ending in which Dionisio falls
in love with her ... and with her beauty he came to her rescue and marries her
... but this is another story like the ending of a comedy of the "prince
light blue"
Criticism
The work is part of
contemporary artistic trends and in the aesthetic and poetic choices of the
artist who also imprints his imprints on his clothes, but unlike other works,
this sculpture is large, almost natural. And he approaches
artistic poetics which while remaining in the expressionist current, express
the desire to depict reality in a more eloquent way, bringing the artist closer
to a more real representation of the human figure.
With this work Albertini seems
to want to give a change to his poetics, putting himself into play with a more
realistic image of the representation of the human figure, as he had already
done with other works of the early period, such as the "Christ of
Mantegna", "the shirt ", While maintaining its inconfondible artistic
imprint in the modeling of the work, the dress and the choice of colors.
Albertini reproduces in this work the two materials he loves most: bronze
and aluminum and unites them.
ALBERTINI presenta “Arianna nella Mitologia “
Albertini produce questa opera tra il 2019/2020. Toccando in modo profondo
il tema che da sempre è alla base della la
sua poetica: il femminio o femminino come purezza di rappresentazione e “ri-affermazione”
della donna nella società.
Questa opera che si intitola “Arianna” nella mitologia, è un’opera di
grandi dimensioni, dalla prova di artista qui presentata sono in produzione e
in vendita le successive copie in
alluminio laccato. Arianna nella mitologia è la prima di una serie di rappresentazioni
femminili, che sono in fase di creazione.
Segue in questa serie delle donne nella mitologia e il femminino, la scultura
intitolata:” Giuditta e Oloferne”2021.
Questa scultura femminile come dice il titolo, si
ispira e rappresenta l“Arianna” della mitologia.
L’Arianna di Albertini, è colta nella posa di una donna che guarda
perplessa il “mondo” da lontano dopo essere stata abbandonata. E’ il
suo sguardo sospeso e la sua bellezza classica che lasciano lo spettatore
affascinato e stupito.
La posa naturale di Arianna seduta fa capire l’intenzione di Albertini di
voler dare un senso vitale alla sua scultura, che non è una copia o un ricalco
di un essere esistente, ma è lei, è se stessa, cioè la rappresentazione
immaginifica del femminino inteso proprio nella sua accezione filosofica
profonda. Lo sguardo lontano dell’Arianna
di Albertini, colpisce perché è uno sguardo che va oltre distaccandosi dalla
realtà concreta, portando lo spettatore a immaginare i suoi sogni e i pensieri
innocenti traditi e il senso di solitudine e abbandono subito.
:
Arianna nella mitologia approfondimento
…Arianna era la figlia del re di
Creta, Minosse, il quale aveva imprigionato il Minotauro,
mostro mezzo uomo e mezzo toro, in un labirinto costruito da Dedalo,
da cui era impossibile uscire.
Ogni anno sette fanciulle ateniesi venivano date in
pasto al mostro, finché Teseo, figlio del re di Atene, si nascose
fra le fanciulle da sacrificare col proposito di uccidere il mostro. Arianna e
Teseo si innamorarono e quando fu il turno di Teseo di entrare nel labirinto,
questi dipanò lungo il labirinto il filo regalatogli da Arianna, su
suggerimento di Dedalo (il famoso filo di Arianna).Teseo uccise il
Minotauro e, riavvolgendo il filo, riuscì ad uscire dal labirinto. E partì con
le sue navi e Arianna. Fermatosi all’isola di Nasso, dopo aver giaciuto con Arianna
la abbandona sull’isola deserta… poi alcune storie preseguono con Dionisio che
le regala una corona diventa una
costellazione.. (se vuoi approfondire segui e leggi sulla la mitologia di Arianna)
Perché Arianna nella mitologia e il femminino
Albertini:”il nome
Arianna e la mitologia che lo circonda mi hanno sempre affascinato…
“Oggi più che mai il
mito di Arianna abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, ci riporta al nostro
tempo in cui, noi abbandonati nella nostra isola deserta, soli… vediamo il
mondo allontanarsi…
… Arianna è un
personaggio vittima del suo stesso amore e della sua stessa ingenuità…
Lei Arianna, che ha
regalato a Teseo il filo di lana per permettergli di uscire e salvarsi dal
dedalo del labirinto di Minosse da cui non sarebbe stato possibile uscire senza
il suo filo, credendo nel suo amore e nella sua promessa di diventare sua sposa, lo segue,
si imbarca con lui sulla sua nave ma viene vigliaccamente abbandonata sull’isola
deserta e inospitale di Nasso. Vigliaccamente e di nascosto Teseo, salpa
all’alba con le sue navi e fugge via abbandonandola sola sull’isola deserta
…questo sembrerebbe il vero finale… dove Arianna guardando le navi rimane
impietrita.
Quante Arianna ci sono
nelle donne oggi, quante di noi hanno creduto nell’amore e poi sono rimaste
deluse. Ecco perché il mito di Arianna è importante a mio parere, perchè
rappresenta la capacità delle donne di credere fino in fondo nell’amore.
La storia dell’arte è
ricca delle belle rappresentazioni di Arianna…la bellissima principessa di
Creta abbandonata sull’isola di Nasso.
…A me piace pensare anche
al finale romantico in cui Dionisio si innamora di lei … e della sua bellezza e
arrivato in suo soccorso la sposa…ma questo questa è
un’altra storia come il finale di una commedia del “principe azzurro”
Critica
L’opera si inserisce nelle tendenze artistiche contemporanee e nelle scelte
estetiche e poetiche dell’artista che anche in questo imprime nelle vesti le
sue impronte, ma a differenza di altre opere questa scultura è di grandi
dimensioni, quasi naturali. E si avvicina a poetiche artistiche che pur
rimanendo nella corrente espressionista, esprimono la volontà di raffigurare la
realtà in modo più eloquente, avvicinando l’artista ad una raffigurazione della
figura umana più reale.
Con questa opera Albertini sembra voler dare una svolta alla sua poetica,
mettendosi in gioco con un immagine più realistica della rappresentazione della
figura umana, così come aveva già fatto con altre opere del periodo giovanile,
come il ” Cristo del Mantegna”, “la Camicia”, pur mantenendo la sua
inconfondibile impronta artistica nel modellato dell’opera, dell’abito e nella
scelta dei colori.
Albertini riproduce in questa opera i due materiali che più ama: il bronzo
e l’alluminio e li unisce.
Arianna
Le sculture di Lucia Albertini hanno in genere la suggestione di opere
sbozzate che lasciano intravedere, al di là di ciò che viene direttamente
espresso, un mondo surreale, fantastico,
che ha risonanze profonde nell’emotività di chi le accosta. Sono opere che
dicono e rinviano in un susseguirsi di sentimenti, nei quali l’onirico si fonde
con l’arcano, evocando costantemente un “oltre” mai del tutto circoscrivibile.
Questa apparente incompiutezza,
voluta per sollecitare la fantasia e stimolare la creatività di ciascuno è un
tratto qualificante del suo modo di intendere l’arte, che non è mai ripetizione
di ciò che si vede in natura, ma trasfigurazione delle forme e apertura ad un
universo che si proietta nell’inedito.
Queste caratteristiche singolari,
proprie dell’identità di una artista che non si assoggetta alle mode correnti
ma si mantiene da loro a una giusta distanza, sono presenti anche in questa
bellissima scultura, “Arianna”, che si configura tuttavia come unica per alcuni
aspetti di significativa novità.
Mentre infatti il richiamo abituale
delle opere di Lucia Albertini è alla tradizione rinascimentale, sia pure
ampiamente rivisitata – basti richiamare l’attenzione su alcune prospettive
avveniristiche presenti nei capolavori michelangioleschi – il rimando è qui ancora più indietro nel tempo, rinvia
cioè alla classicità greca con la ricerca di una bellezza, che è frutto di una
perfetta armonia dei corpi maschili e femminili che vengono plasticamente
riprodotti nel segno di una intensa espressività.
Arianna è un modello esemplare di
questa espressività. Il viso avvolto in un’atmosfera di sogno con gli occhi
impenetrabili, che lasciano intuire il segreto di una profonda ricchezza
interiore, la posizione composta del corpo adagiato con eleganza su una tavola
che sembra soltanto sfiorare in una sospensione eterea che suggerisce immagini
celesti e la volatilità delle mani affusolate che sembrano parlare in
un’atmosfera di silenzio, che invita a meditazione.
E tutto questo reso ancor più
efficacemente trasparente dalla varietà dei colori, che vanno dal candore
pallido del volto, all’abbronzatura delle gambe, fino alla elegante fioritura
dell’abito, e che conferiscono un’impronta di grande distinzione all’insieme
dell’opera.
Lucia Albertini è persona dotata di
una rara sensibilità artistica, che le consente di sviluppare, di volta in
volta, potenzialità sempre nuove in una sostanziale fedeltà alla propria
concezione originaria del bello, che si dilata nel tempo, acquisendo nuove
tecniche – l’esercizio della professione di architetto non è da questo punto di
vista un fatto marginale – ma soprattutto penetrando nell’interiorità dei
soggetti ai quali dedica la propria attività di scultrice. Il fascino delle sue
creazioni nasce dalla capacità di tradurre, senza violarne l’intimità e
coprendole spesso di un velo di enigmaticità – Arianna è al riguardo un chiaro
esempio – questa interiorità, lasciando all’osservatore partecipe lo spazio per
immergersi in un universo magico che ha la risonanza del sogno.
GIANNINO
PIANA