Su un albero, in dodici atti di non richiesta reverenza, si dispone che il cruento del mondo si manifesti. In un palio di sacrifici, le vittime contaminano con la loro purezza, celebrando danze leggere e, per questo, fosche. Chi monta la bestia ghignante inaugura la via dell’intimità estrema. Gli abbracci larvali sventrano perché le geometrie sono incompatibili. Le cerimonie torcono segmenti anatomici che si immolano al predatore accucciato.Ma tutto appare lieve, innocente e, quindi, crudele.