TIME AFTER TIME
Writings
from Nature in the Anthropocene
A
concept within a fairy tale
Once
upon a time there was a tree that humans called time, a fossil, a stone: Amber.
He
arrived on a journey, from places of definite representation*, in a wood. Amidst the many trees he thought: “I will
feel at home”. Instead he found and saw an analogy*. At that sight, his lost awareness* contrived a
projection*, an actual film*. He was left with a dazed impression* of time, the
trees, reality and the planet.
He
lost his way, a red cloak caught his attention. What is this? Reality? Or yet
more bewilderment?
He
followed the red.
At
the limits of the wood he saw the sun. Yellow like the colour of amber. He
found himself outside. Out of time.
In
that space where Nature creates.
The
end
This
simple, minute fairy tale is a very small moment in time belonging to this era.
The
characters also belong to another story. That of the work's creative process:
*
'Places of definite representation' (Body of Metaphysics) = digital Paper
Rayograph.
*
'Analogy' = analog
*
'Consciousness / projection / film' = projection
*
'Confused' / digital
Time
After Time aims to be a philosophical operetta in the shape of images.
It
is a momentary re-proposition of a Metaphysics of Nature, therefore an obvious
anachronism.
The
fairy tale has a happy ending, where Nature is left to its creative space,
devoid of the presence of man.
Time
After Time belongs to my research stream and its origin dates back to over a
decade ago.
Here
I present a small body of work, together with a digital and a paper rayographs.
For
the time of this short story, the rayograph, with its twentieth-century
atmosphere, temporarily lent itself to impersonate 'The Body of Definite
Representation' in the system of the Metaphysics of Nature.
In
the first setting concept, the 'Places of definite representation', an abstract
rayograph will be central. It is imagined as a focal point of the exhibition as
well as in setting the size of all the images, central to the other photographs
from nature.
Born in Rome in 1956, Fabio Orlanducci lives
and works in Itay, sharing his time between Umbria
(Valnerina) and Rome.
He is an artist and his interdisciplinary practice includes drawing,
photography, collage, painting, ceramics, video and installations.
My way of working is to try to fix an inner vision through elisions,
transparencies, projections, temporary concealment or veiling of reality to
obtain an "other" space and time.
N.d.A.
Readings that accompany this concept, without
inspiring it:
Giacomo Leopardi "Operette Morali: Dialogue between a Goblin and a
Gnome".
Timothy Morton: "Hyperobjects" - Philosophy and Ecology after the
end of the world
TIME AFTER TIME
Scritti dalla natura in Antropocene
Concept dentro una fiaba
C’era
una volta un albero che gli umani chiamano tempo, un fossile, una pietra: L’Ambra.
Arrivò
in viaggio, da luoghi di rappresentazione certa*, in un bosco. Tra i tanti alberi pensò, mi sentirò come a
casa. Trovò e vide invece un analogo*. La sua smarrita coscienza* produsse a
quella vista una proiezione*, un vero e proprio film*. Le rimase allora un’impressione
confusa* del tempo, degli alberi, della realtà e del pianeta.
Smarrita
la via, un mantello rosso attirò la sua attenzione. Cos’è? La realtà? O ancora confusione?
Seguì
il rosso.
Alla
fine del bosco vide il sole. Giallo come il colore dell’ambra. Si trovò fuori.
Fuori dal tempo.
Nello spazio in cui la natura crea.
FINE
La
piccola e semplice fiaba è un piccolissimo momento temporale di questa era.
I
personaggi appartengono anche ad un’altra storia. Quella del procedimento
creativo dell’opera:
*’Luoghi
di rappresentazione certa’ (Ente della Metafisica) = Paper Rayoghraph
digitale.
*’Analogo’
=analogico
*’Coscienza/proiezione/film’=proiezione
*’Confusa’/digitale
Time
After Time vuole essere un’operetta filosofica in forma di immagini.
Si
tratta di una riproposizione momentanea di una Metafisica della Natura quindi un
evidente anacronismo.
Nella
fiaba c’è un lieto fine in cui la natura viene lasciata al suo spazio di creazione
senza la presenza dell’uomo.
Time
After Time appartiene ai miei filoni di ricerca e il suo inizio risale a più di
un decennio fa.
Qui
ne presento un piccolo corpo di lavori insieme ad un rayograph digitale, un
paper Rayograph.
Il
rayograph, con le sue atmosfere novecentesche, si è prestato momentaneamente ad
impersonare
‘L’Ente della rappresentazione certa’ nel
sistema della Metafisica della Natura per il tempo di questa breve fiaba.
Nella
prima idea di allestimento i ‘Luoghi della rappresentazione certa’, un
rayograph astratto, sarà centrale. E’
immaginato centrale nella esposizione ed anche nell’impostazione delle
dimensioni di tutte le immagini, centrale alle altre foto dalla natura.
Fabio Orlanducci nato a Roma nel 1956. Vivo e lavoro tra Umbria (Valnerina)
e Roma
Sono un artista. La mia pratica è interdisciplinare include disegno,
fotografia, collage, ceramica, pittura, video, installazioni,.
Il
mio modo di lavoro è cercare di fissare una visione interiore attraverso
elisioni, trasparenze, proiezioni, temporaneo occultamento o velatura della
realtà ad ottenere un altro spazio e un altro tempo.
N.d.A. Letture
che accompagnano questo concept. Che lo accompagnano soltanto, non che lo ispirano:
Giacomo Leopardi Operette
Morali : Dialogo di un folletto e di uno
Gnomo.
Timothy Morton : ‘
Iperoggetti ‘ - Filosofia ed Ecologia
dopo la fine del mondo
