La fotografia presenta i due autori in un luogo artificiale non definito, avente come costante il colore rosa. "The pink room", la stanza rosa, vuol essere anche un richiamo allo spazio uterino in cui ci troviamo prima di essere introdotti nella realtà di interazioni sociali umane; ossia prima di nascere ed essere percepiti con un genere sessuale dagli altri.
Nonostante la percezione dello spettatore sia quella di star osservando due individui di genere femminile, il duplice ritratto presenta due individui di genere maschile, che a loro volta volgono lo sguardo al pubblico, quasi ad interrogarlo sulla natura del loro interesse.
Il nostro lavoro, è una ricerca basata sulla percezione sociale dell’identità di genere. L’elemento cardine, è l’artificio dell’identità femminile nella società contemporanea, adattato a due corpi che sono di origine biologica opposta. Le parrucche ideate e create per la realizzazione di questo progetto, creano un gioco architettonico estremamente plastico, rifacendosi alla moda anni ‘40 e alla cultura giapponese. Ogni dettaglio dell’immagine, vuol essere un costante rimando ad un’identità estremamente ricercata e composta, senza tener conto di vincoli ed imposizioni sociali.