“Deve chiamarsi tristezzaquesto che non so cosa sia che m'inquieta senza sorpresa,nostalgia che non desidera.
Sì – ma quellache nasce dal sapereche lontano v'è una stellae vicino v'è il non averla.
Sia quel che sia, è quel che ho.Tutto il resto è solo tutto.E lascio andar la polvere che prendodalle mani piene di polvere.“
Descrive la malinconia non definita del tempo che passa, dei momenti banali che tanto banali non sono, della luce filtrata dalle piante, delle sensazioni leggere che solo la luna d'estate sa trasmettere, delle onde infinite che scorrono senza badare a noi, della musica vecchia provenire da lontano e che riecheggia nelle notti silenziose trascorse sotto le stelle.
Momenti che mi fanno pensare che la vita nonostante tutto è preziosa , sono grata per tutte queste piccole cose che mi si possono presentare davanti, e grazie alla fotografia renderli eterni nella loro semplicità e spontaneità. Grazie alla Calabria, agosto-settembre 2020/2021