Quello che avete sotto gli occhi è il risultato di una distanza tra me e quello che avevo davanti. Non immaginavo, in quel momento, che l’errore più banale sarebbe stato credere di metterla a fuoco. Non ho mai smesso di scattare con la pellicola, soprattutto con quella in bianco e nero. Avete presente una bestia che si nutre di tempo, di ombre, di destino? Ecco, è come camminare sul suo dorso. La preferisco al digitale, per la lentezza e il rigore che impone il suo uso, c’è il momento dell’attesa, lo scarto della rivelazione. È un pensiero, un atteggiamento, forse un’abitudine, una cara abitudine. Punto pellicola, solo un titolo, nato dalla circostanza, che potrebbe diventare qualcosa di più, magari un progetto. A volte i pensieri muovono altri pensieri. Chissà?