Esistono luoghi nei quali
si ha la sensazione che essi siano intrisi di memorie che hanno
impresso gli animi, e mentre li attraversi vieni ricoperto di
sensazioni di vissuto che ti si presentano nella mente con una
modalità per la quale la forma del luogo induce alla visione di
emozioni vissute.
E’ un ponte fra il
visibile (ciò che l’occhio coglie) e il non visibile (che è ciò
che il cuore sente). Non sono immagini create dai sensi: nessun suono
o odore o percezione sulla pelle, ma la tua mente ha chiaro la
presenza di sensazioni di cui il luogo è impregnato.
Ma la memoria dei luoghi
non consiste solo in un riconoscimento della realtà che ci circonda.
Il luogo non solo può
trasformarsi in luogo della memoria quando l’ambiente
diventa “scena” della propria storia autobiografica, diventa cioè
spazio vissuto in cui si inserisce sia il ricordo di sé, sia della
propria relazione intrattenuta col mondo circostante, ma diviene una
sorta di respiro di vite vissute da altri la cui memoria è rimasta
impressa nel luogo.
Esistono luoghi che,
anche sconosciuti, prendono forma e vita perché hanno assunto
una particolare pregnanza esistenziale, che hanno marcato un momento
di svolta, di scelta o di rinuncia, di sofferenza, che fanno
affiorare la nostalgia e il desiderio di un ritorno, anche a coloro i
quali non li hanno mai vissuti.
Questi luoghi, diventano
uno specchio della tua anima che riflette immagini del tuo vissuto
anche in un luogo mai vissuto.
Il luogo non è solo
oggetto del oggetto geografico – ma una dimensione altra, che
potremmo chiamare spirito del luogo, ciò a cui deve guardare colui
il quale ne percepisce la presenza. Lo spirito del luogo richiede uno
spirito di idealizzazione che, tramite la forza d’invenzione della
memoria, può diventare proprietà immaginaria di tutti.
Possiedono lo “spirito
del luogo” quegli spazi che acquistano un particolare significato
emotivo, che possono fare irruzione improvvisa, che smuovono nella
nostra immaginazione impressioni tali da renderli unici poiché
sollecitano inconsuete vibrazioni interne e stimolano a un dialogo
interiore.
Siano essi reali e
concreti, siano immaginari e simbolici, sono comunque spazi che
popolano la nostra interiorità, che ci accolgono e
contemporaneamente vengono accolti nella più intima profondità,
diventando la scenografia dei nostri ricordi personali e degli stati
d’animo in quei momenti vissuti.
In questi luoghi, si
scopre una meravigliosa rassomiglianza tra il mondo esterno e il
mondo interiore; probabilmente la risposta è nella necessità di
localizzare, di tradurre in termini di concretezza delimitata e
tangibile anche le entità più inafferrabili del nostro spirito.
L’anima predilige uno
spazio per manifestarsi e solitamente le immagini di spazio che più
si caricano di significato intimo richiamano anfratti chiusi,
sotterranei, caverne e nascondigli isolati poiché, in un’azione di
introversione, proteggono e riscaldano
Questi luoghi prendono
forma e vita perché hanno assunto una particolare pregnanza
esistenziale, che hanno marcato un momento di svolta, di scelta o di
rinuncia, e tali luoghi iniziano realmente ad esistere e a parlare
quando qualcuno inizia a raccontarli conducendo l’osservatore a
costruirne una visione personale a vederla proiettata in una
rappresentazione mentale.