“Light Perception" è una serie che indaga sulla possibilità dell'espressione fotografica nell'era
post-digitale: Come è la rivoluzione dell'immagine attraverso gli effetti dei fenomeni naturali,
dei dispositivi digitali e dei media, e in che modo l'immagine alimenta i nostri sensi e i nostri
dati di immagine interni?
Inspirata dai grandi maestri del passato come Man Ray con le sue tecniche sperimentali: le
rayografie.
Ho deciso in questo progetto di non usare la fotocamera ma di partire da un modulo bianco
digitale (come se fosse un foglio di carta fotosensibile) utilizzando solamente lo spettro della
luce per creare volume e spazio, permettendo alla luce di avere una presenza fisica.
Il mondo fisico e il mondo dell'immagine sono entrambi fluidi e in continuo cambiamento,
dopotutto non solo in fotografia ma in altre forme d'arte, la luce è il principale mezzo di
espressione: può essere sotto forma di una scultura che produce luce, o dove la luce viene
utilizzata per creare una sorta di presenza scultorea disincarnata attraverso la manipolazione di
luce, colori e ombre.
Non è più importante solo la riproduzione esatta della realtà, quanto l’esplorazione delle
possibilità creative dell’io, dai registri più onirici, surreali e spirituali.
Le immagini intendono portare lo spettatore in un piano introspettivo, psicologico, quasi
meditativo.
"Il disorientamento e le incertezze pervadono il nostro tempo, siamo tutti in costante
cambiamento e siamo tutti fatti di luce".
Il progetto è composto da fotografie stampate su Hahnemuhle photo rag baryta, montate su dibond,
con cornice grigio chiara e vetro museale, misure 100x133, 50x30 e installazioni in PVC a rullo.