I movimenti ecologisti degli anni 60 e 70 e la new age hanno riportato l’attenzione sulla necessità del recupero di una dimensione umana e naturale. Il rispetto dell’interscambio e della connessione tra l’uomo e il mondo naturale prosegue ancora oggi nell’utopia di una relazione possibile contro la reificazione e la traduzione in valore economico, tipico della nostra epoca. Diventa essenziale la ricerca di una dimensione naturale altra rispetto a quella odierna, nel senso di una ribellione e di un rifiuto di un processo in atto, per andare alla ricerca di qualcosa di differente, di un universo che respira insieme all’uomo, dove le energie si incontrano. Anche gli esperimenti sulle proprietà bioelettriche delle piante hanno confermato, ormai da diversi decenni, che gli alberi interagiscono con l'ambiente circostante non solo a livello fisico e irriflesso, ma anche a livello emozionale e spirituale. Archetipi di tutte le culture, rappresentano il collegamento tra due realtà contrapposte, ma non antitetiche, anche se spesso in lotta tra loro, il mondo del sotto e quello del sopra, la terra e il cielo, collegati dal tramite umano. Esprimono una forte valenza con cui l’uomo fa i conti da sempre, simboleggiando il ponte tra conscio e inconscio, e quindi comunicando una possibilità di rigenerazione, nel rispetto dell’energia vitale presente nel cosmo, anche quando è altra da noi. Ascoltare gli alberi vuol dire capire, conoscere, approfondire, abbellirsi ed arricchirsi, espandere le capacità si sentirsi nel mezzo di un pianeta che pulsa e respira ad ogni battito.