Edicola Fantasma di Andrea Kantos, (Palermo, 1977) in collaborazione con Analogique, Nicola Di Croce, Pier Paolo Scelsi, Serena Boccanegra, Martina Cavallarin, installazione/grafiche/fotografia digitale, materiali vetro, eco-plastica, alluminio, piante, acqua. Installazione 200cm/l, 200cm/p, h300cm/h - documenti variabili (a4-a3), 2020, Italia, Venezia
Nel novembre del 2019 Venezia è colpita dal fenomeno dell’acqua alta, mettendo in grandissime difficoltà la cittadinanza e causando numerosi danni. Oltre ai numerosi disagi si unisce la protesta nazionale sulla mancanza di una soluzione e azione politica concreta, relativamente alle grandi navi in grado di dissestare il fondale marino e le paratie non completate del M.O.S.E. Una delle edicole veneziane che vendono i giornali nell’area di Zattere, una costruzione compatta di lamiera verde su base ottagonale, viene letteralmente spazzata via dal maltempo e poi recuperata un mese dopo dentro un canale. L’edicola divelta diventa così un potente oggetto metaforico, dove la sua capacità di informare, cioè essere luogo di cronaca e contemporaneità, decade sotto il peso degli eventi naturali.
Ho creato Edicola Fantasma come un dispositivo capace di coniugare diverse pratiche e ricerche artistiche. Edicola Fantasma è un’installazione di urban e ambient art, presentata anche come scheda grafica e progetto di design. I disegni dell’installazione sono anche la grafica e il concept del progetto. In una prima tavola uno sfondo del Canaletto diventa il luogo fantasmagorico dell’apparizione e dalla sparizione dell’edicola (fatto di cronaca ma appunto in una dimensione misterica, narrazione e vettore simbolico). Lo scorcio del cielo di Canaletto è stato usato come sfondo materico per alcuni testi (che vedranno poi il contributo di diversi autori) e per il concept, dove sono segnati i luoghi delle apparizioni dell’Edicola Fantasma, la sua struttura e meccanismo (la sfumatura verde-azzurra che unisce i disegni è un simbolo lacustre ma allo stesso tempo è metafora dell’innalzamento dell’acqua, che condiziona anche il funzionamento dell’edicola). Il dispositivo dell’Edicola Fantasma è realizzato con materiali interamente riciclati e riciclabili come l’alluminio, piante, vetro e carta. I tralicci di alluminio sono dei profili leggeri, strutturati con alcune canalette che permettono l’allestimento di ulteriori moduli con la modalità del plug in. I profili hanno un sistema pneumatico che alza una parte della struttura, Il tetto e la vasca riprendono la forma ottagonale della tipica edicola veneziana, mentre le ruote che suggeriscono e agevolano la mobilità dell’installazione. Al centro dell’edicola e sua anima portante, una vasca di vetro contiene vari testi e grafiche su differenti supporti, tra cui carta, vetro, eco-plastica e alluminio serigrafato. I testi sono immersi nell’acqua, e rimangono disponibili alla lettura. In prossimità della vasca dei piccoli nebulizzatori creano una bruma permanente sul perimetro della vasca. Il dispositivo prevede manifesti, opuscoli, poster, giornali, in prossimità dell’installazione e collocati in vari punti della città di Venezia. I testi sono un flusso di coscienza di materiali editi e inediti, cut and paste relativi alle cronache dell’acqua alta, ma con l’obiettivo che non è quello della denuncia di un fatto di cronaca, ma come quest’ultima sia un vettore che supera le ecologie politiche del presente fra antropocene e modelli capitalisti, post-verità e collasso delle ideologie, puntando più a un’immagine spirituale e metafisica. I rimandi dei componimenti così come tutto il lavoro di text art, rimanda alle Fondamenta degli Incurabili di Brodskij, una narrazione tentacolare su Venezia. Le piante che crescono accanto ai testi, raccontano una storia più interiore e organica, qualcosa che richiede un ascolto attento, oltre il frastuono del dibattito, diventano un mantra politico e vegetale, come se le parole si innervassero lungo le trame linfatiche delle foglie. Edicola Fantasma è un luogo contemplativo, i suoi giornali non seguono la cronaca, ma la sua evanescenza, e malgrado tutto non si pone come un oggetto nichilista, perché in filigrana si comprende che è sì “mondo” (il migliore possibile?) tutto quello che accade, ma che proprio l’accadimento della coscienza ha la sua misura precisa non su quello che percepisce (fenomeno soggetto-oggetto) ma su una forma ancora più profonda, dove l’Edicola Fantasma più che distribuire notizie e fatti del giorno, come edicola votiva espone il diveniente come elemento sacrificato a una forma-di-vita.
Edicola Fantasma è un progetto relazionale, in cui sono innestati diversi contributi. Ho intrecciato la mia ricerca che spesso si avvale di dinamiche collaborative, attraverso la relazione e lo scambio con diversi operatori culturali, artisti e cittadini che vivono, lavorano o mantengono con Venezia un rapporto di formazione e attenzione. Il primo gruppo coinvolto nella progettazione di Edicola Fantasma è Analogique, che ha realizzato già il per la Biennale di Architettura del 2016 una riflessione sul futuro della città interamente sommersa. Gli Analogique seguiranno la progettazione dell’installazione perché possa rispondere ai requisiti di sostenibilità e ricerca all’interno del riciclo dei materiali, in particolare dell’alluminio. Il secondo contributo è di Nicola Di Croce, ricercatore allo Iuav e musicista che intreccia pratiche e riflessioni di Urban Studies e Sound Studies. Nicola Di Croce lavorerà sul binomio cronaca-opinione come paesaggio sonoro e quello ambientale paesaggistico, attraverso una amalgama sonora da presentare in prossimità dell’installazione ma anche in diversi punti della città. Il terzo contributo è di Pier Paolo Scelsi, direttore artistico di GAD Giudecca Art District, curatore e attivista politico, sarà la composizione di testi e raccolte di commenti critici relativi alle politiche contemporanee e all’espressione della cittadinanza attiva. Serena Boccanegra artista e scenografa, fondatrice della Gibigiana, spazio espositivo e laboratoriale sulle sapienze artigianali tradizionali e innovative, attraverso l’uso di materiali sostenibili e di riciclo; collabora con Fud e con Outdoor Designers, offrendo la Gibigiana come luogo per la diffusione della pratica della permacultura; contribuirà a Edicola Fantasma offrendo luoghi e contatti inerenti alla permacultura. Martina Cavallarin, critica d’arte, curatrice indipendente e saggista introdurrà e produrrà una serie di documenti ed elementi inerenti a Venezia, vittima di azioni rapaci di matrice politica ed economica che hanno trasformato la città in una realtà disneyana slegata da un’idea di luogo vivibile e di appartenenza dei suoi abitanti.