La prima volta che un essere umano ha cercato di comunicare con una immagine ha usato un colore, con il quale ha colorato la propria mano ed ha coperto di impronte intere pareti, “segni” che dal profondo di una caverna hanno attraversato millenni ed ora sono giunti fino a noi: il primo segno identitario di una presa di coscienza.
Se nell’ombra la luce cerca di trovare una forma alla inconsapevolezza, in quella caverna buia nacque, nell’essere umano, il primo impulso a comunicare e condividere, come a creare un dialogo sospeso, sospeso per il futuro. E avvenne con un colore caldo, vivo, cangiante.
Nell’antichità i colori hanno man mano acquisito sempre più autorevolezza e ascendente sugli umani, che secondo principi antichissimi li hanno usati anche per portare benefici alla salute e per rendere sempre più preziosi gli affreschi, i dipinti e le opere d’arte tutte.
Col trascorrere dei secoli i colori hanno assunto significati diversi a seconda delle culture e delle tradizioni; è accaduto così che ogni popolo, nel tempo, ha attribuito ai colori significati simbolici diversi da cultura a cultura.
Oggi, come allora, l’essere umano ha ancora bisogno di colori, forse anche di più, perché la capacità acquisita di crearne di nuovi ha raggiunto una competenza ed una proprietà mai conosciute prima, ma la ricerca purtroppo è spinta ad un ipercromaticità e ad una ipersaturazione frutto di modelli matematici, avulsi dalla vera ed inimitabile armonia della natura.
Le immagini di Cosmocolor sono tessere della mia vita quotidiana, modellate dalla visione di opere d’arte realizzate dall’essere umano nel corso dei millenni. Le fotografie del progetto Cosmocolor, hanno lo scopo, attraverso la loro visione, di esortare tutti a fare in modo che l’immaginazione e la natura tornino a rappresentare il sogno di ogni cosa, quella cosa che dovrebbe essere nel futuro di ognuno di noi e che potremmo riassumere con la parola Poesia.