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RE NEBBIA
Performance teatrale liberamente ispirata da Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili.
Regia e drammaturgia: Gabriele Ragonesi
Marco Santi
Sintetizzatori: Giulio Da Rin
Proiezioni: Eugenia Babini
Sulla soglia di un viscido e livido infinito un viaggiatore, forse Poeta (ma non lo sono poi tutti i viaggiatori?) varca il limite ed entra nel suo incubo. Il
suo è un viaggio dentro una città invisibile, stagliata sull’acqua scura che prende il tempo, lo sgretola, lo porta la largo. Una città le cui fondamenta
pullulano di mostri e cherubini, dove i palazzi sono bellissimi ed insieme mostruosi giganti che assistono al viaggio infernale del poeta. E’ a questo
luogo d’incubo e sogno, che sorge nel buio infinito alla fine un corridoio di specchi, a cui tutti apparteniamo e ci ripresentiamo, costantemente: notte
dopo notte, fallimento dopo fallimento e - forse - morte dopo morte. A questa città, come un vacanziere, il poeta sa di appartenere; forse giunto al limite
della sua vita, forse ritornato infine a casa, al suo paese natale dopo anni di assenza.
Guidato dalla Voce che arriva dal profondo dell’infinito, è il Poeta a compiere per sé e per noi tutti il viaggio; fino a comprendere di essere un tutt’uno
con l’acqua e la città, riconoscere e riconoscersi nel fumo scaturito dal Re Nebbia, che silenzioso impera su di essa.
FOG KING
Performance freely inspired by Iosif Brodskij's Watermark: an Essay on Venice
Director and dramaturg: Gabriele Ragonesi
Marco Santi
Synth: Giulio Da Rin
Visual: Eugenia Babini
On the threshold of an infinite slimy and livid a traveler, perhaps Poet (but aren't all travelers?) Crosses the limit and enters his nightmare. His is a journey into an invisible city, silhouetted against the dark water that takes time, crumbles it, carries it out. A city whose foundations are teeming with monsters and cherubs, where the palaces are beautiful and at the same time monstrous giants who witness the poet's journey from hell. It is in this place of nightmare and dream that a corridor of mirrors rises in the infinite darkness, to which we all belong and constantly reappear: night after night, failure after failure and - perhaps - death after death. To this city, like a vacationer, the poet knows he belongs; perhaps he reached the limit of his life, perhaps he finally returned home, to his hometown after years of absence.
Guided by the Voice that comes from the depths of infinity, it is the Poet who makes the journey for himself and for us all; until you understand that you are one with the water and the city, recognize and recognize yourself in the smoke emanating from the King Nebbia, who silently rules over it.
