La superficialita’ del nostro quotidiano non riesce a
coprire e fermare l’orrore dei conflitti. Amplifica solamente l’assurdita’ del
nostro ottuso e sterile edonismo.
In quest'opera
la tela diventa specchio. Lo specchio della superficialità collettiva che non
si scompone più neanche di fronte ai più grandi orrori umani, come la
guerra. È un'opera critica e
provocatoria, dalle cui pennellate rabbia e verità si mescolano, restituendo
uno spaccato che fa riflettere. La tragedia, cruda quanto autentica, che si
consuma tra il grigio freddo del cemento e il bruciare ardente del fuoco,
stride con la frivolezza delle modelle immacolate in passerella, mettendo il
luce l'incapacità - o forse la non volontà? - di agire concretamente per il
bene del nostro mondo. Indifferenti.
L'opera di Vaccari risuona perfettamente in un sentimento condiviso da sempre
più registi e artisti che ci spingono a rifiutare la maschera del finto sdegno
per tornare alla nostra coscienza abpersonale. Dove siamo noi, dentro questa
tela di caos?