Il tema di Giuditta e Oloferne, ha per me sempre assunto una similitudine, con un altro episodio biblico,
quello della Decollazione del Battista.
La scena è una delle tante rappresentazioni sul tema della morte. Violenza dell'atto, la Vita che toglie l'oppressore alla vittima.
Ho voluto mantenere la struttura primigenia dal dipinto di Alberto Ziveri, togliendo o aggiungendo personaggi e oggetti.
Non è presente l'inserviente, sono aumentati i volti che osservano la scena.
La figura centrale rimane Giuditta che guarda l'osservatore.
L'azione si svolge all'interno di una tenda con un lato orizzontale aperto che lascia vedere il colore azzurro, simil lapislazzulo.
Alle spalle di Giuditta i volti che osservano l'azione e che diverranno giocoforza testimonianze dell'accadimento, testimonianze della storia come nel dipinto di Goya: Los fusilamientos del tres de mayo o in quello di Manet: L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano e ancora La decollazione di San Giovanni Battista del Caravaggio.
I personaggi.
Giuditta: ho fatto posare una modella con le braccia tese per raccogliere la testa.
L'ho rappresentata con gli occhi sbarrati e tutta lorda di sangue.
Testa di Oloferne: un mio autoritratto.
Copricapo: cappello con veletta anni quaranta.
I volti: sono quelli dei pittori che partecipano a questo tema.
La sciabola: ripresa dal vero.
La firma: nel sangue in linea longitudinale come quella del Caravaggio nella Decollazione del Battista presente a Malta.
Altri oggetti presenti nel dipinto:
- una fruttiera con frutta;
- la tavolozza con i colori;
- cornucopia con foglio di carta stropicciato e scritto.