Il percorso che propongo nasce dalla volontà di decostruire l’attuale forma mentis dell’essere umano, troppo spesso ridotto a mera produttività, a discapito dei suoi affetti e talvolta anche della sua etica, scardinando la visione della nudità sessualizzata, la sovrastruttura dei desideri superflui e l’identificazione della natura come risorsa da sfruttare al solo fine del consumo.
Stabilendo un legame tra fotografia e pittura, vorrei far emergere dall’opera i tratti istintivi ed emozionali, caratteristici del linguaggio non verbale sia dei corpi statici che in movimento.
Questi si vedranno sovrapposta una testa animale anziché una testa umana, enfatizzando così l’allontanamento da sovrastrutture sempre più complesse e la liberazione verso un incedere più semplice, meno costruito.
Immagini essenziali, pulite, che non cercano di compiacere l’osservatore ma di coinvolgerlo in un percorso sincero, empatico ed emotivo.
L’opera vuole significare la difficile ricerca del proprio Sé più autentico, attraverso le risorse più pure, profonde e primitive.