Ho sempre dipinto o disegnato volti.
Agli inizi molto dal vero, ora i volti
emergono da soli e mi piace questa cosa.
Evidentemente negli anni l'osservazione
dei lineamenti e l'ascolto dell'altro, mi ha permesso di immagazzinare
immagini, memorie visive ed emotive di varia natura.
Così, ogni volta che mi metto a
realizzare un volto, i segni e le emozioni riemergono così, unendosi
in inaspettate 'composizioni'; ogni volta è una nuova scoperta.
E io sto lì, mentre dipingo, curiosa
di 'chi', questa volta, emergerà allo scoperto.
Visi e personaggi che lentamente si
svelano.
Mentre lavoro osservo, e mi concedo il
tempo di guardare, tentando di non intromettermi
nel processo di svelamento. Mentre lavoro cerco di capire chi ho
davanti, per conoscerlo e capirlo meglio, e quindi tendere il più
possibile a 'lui' nel continuare a dipingerlo.
Questi sedici volti sono nati così.
E a questi sedici personaggi, questa
volta ho avuto il bisogno, la voglia e il divertimento di unirli al
contesto a cui secondo me appartenevano.
Quando dico contesto intendo varie cose.
Contesto può essere un momento
specifico, un attimo di vita estrapolato dall'incedere degli eventi.
Contesto può essere un' oggetto
diventato simbolo della propria vita; un ambiente naturale o uno
cittadino.
Contesto può essere uno
spazio chiuso o aperto, il tipo di spazio che si è scelto di
abitare, o al contrario, dovuto accettare di vivere, accettazione
passiva o impossibilità di scelta.
Vi sono luci e ombre, aperture e
chiusure in questi sedici ritratti.
Sono sedici 'solitudini' che ho voluto
unire insieme, per dare il senso della diversità del nostro stare
insieme.
Ma sono anche sedici solitudini,
sola moltitudine.