Il tema esistente
in ogni mio lavoro è il viaggio. Il viaggio compreso nel suo senso simbolico,
come una metafora per un insieme dei sentimenti legati all’abbandono e al
ritorno, all’arrivo e alla partenza, alla malinconia provocata dallo stato in
cui si è “ne qua né là”.
Questa immagine, al primo sguardo realistica serve per creare una atmosfera melancolica con la quale lo spettatore si può
relazionare indipendentemente del suo background culturale o politico. Trovo un
approccio più sincero, partire dalla propria esperienza emotiva, priva dalla
narrazione fattuale della mia vita. Questa esperienza emotiva fissata in un’immagine
simbolica (come la ferrovia), mi serve come una piattaforma per contemplare la
propria identità, la vita e le possibilità in essa. Così il paesaggio sul quale
si stendono i binari, i treni, le rocce in mezzo etc., sono il risultato di
questa contemplazione, rappresentano le strade cecche, le possibilità perse, le
delusioni, ma anche le nuove scelte e le nuove vie di uscita che portano
lontano, verso altri incroci nella vita.
Un binario cosi già mi sembrava una giusta
metafora per spiegare come si sente uno che sta in un viaggio continuo che non
sa più se sta partendo o arrivando, che non sa più se dovrebbe andare lì dove
si è direzionato o se dovrebbe tornare indietro. Tutto questo cercavo di
accentuare con la monocromia e lo stile pittorico che crea sul dipinto
l’atmosfera dell’aria umida, come dopo la pioggia che durava per giorni.