Opera
finalista della 15^ Edizione di Arte Laguna Prize. Esposta all’Arsenale di
Venezia dal 2 ottobre al 21 novembre 2021.
Dalla fine
degli anni Ottanta si dedica al superamento bidimensionale della fotografia
applicando alcune immagini su dei supporti tridimensionali, riattribuendo loro
un valore plastico.
Nell’intero
percorso resta costante il modo di procedere per strutture duali, con
generalmente una parte ad alta condensazione astratta e una fortemente
materica.
Il suo
personale abbecedario di lettura della realtà è costruito tramite la lettura
della pittura del passato, che sviluppa per paradigmi e moduli cromatici per
realizzare l’opera finale.
Ogni viaggio
e visita presso le principali pinacoteche europee è un mezzo attraverso cui
arrichire la sua tavolozza.
Il concetto
di memoria del colore lo applica in altri cicli come Concetti, dove
sceglie un pittore del passato e lo evoca attraverso il suo nome e due colori.
Nella serie Sconfinitudine
i colori comunicano tra loro creando profondità di immagini ed emozioni. La sua
esperienza nell’utilizzo di campiture di colore le permette di raggiungere
armonie.
La tecnica
che usa è quella della tempera all’uovo, dove i pigmenti in polvere sono
mescolati con il tuorlo d’uovo. I pigmenti selezionati sono poi applicati in
diversi strati in modo da costruire il colore. L’effetto che ne deriva è un
colore intenso e mutabile nella luce, e grazie alla stesura stratificata i
colori finali sono inusuali e sorprendenti.
Nella serie Confinitudine
invece le tele sono caratterizzate da un bordo di tela vergine, che
permette al colore uno spazio per espandersi.
Un quadro
è una parte di tempo immagazzinato. Pittura vuol dire agire e reagire ad una
situazione mutante, che si trasforma in continuazione. La tela contiene una
riflessione contemporanea su una esperienza artistica che ha 10.000 anni, e che
non svela mai i suoi segreti. Quando Cezanne dice: Il colore è il luogo dove il
cervello incontra l’universo, esprime la meraviglia che il colore nel mutamento
della luce ci regala.