Il mio lavoro ha cercato una sintesi dei contenuti e delle ambivalenze della parola RECINTO. Nel suo significato letterario questo termine è indicato come uno “Spazio scoperto cinto intorno e racchiuso da muri”. In senso più ampio la delimitazione di uno spazio primitivo si manifesta come segno sul territorio, spazio archetipo individuale, luogo sacro e protetto.
Questa definizione nel tempo ha potenziato il suo valore simbolico, concettuale e psicologico riflettendo il grado di complessità proprio della società contemporanea.
Nel suo manifestarsi quale elemento organizzativo di una collettività complessa, il recinto perde la sua simbologia di sacralità e diventa tiranno: nella messa a punto del reticolo di regole sociali – che generano inclusione per chi le accetta ed esclusione per chi le rifiuta – nel manifestarsi quale pensiero unico - ostacolo alla libera diffusione delle idee - e, nei casi estremi, nella prevaricazione, nella coercizione e nell’emarginazione di chi non si adegua al processo di normalizzazione.