ITA:
Nell’estate del 1922 Alfred Stieglitz iniziò a fotografare le nuvole: inclinando la sua macchina fotografica verso
il cielo, da vita ad immagini astratte dalle forme eteree.
Stieglitz chiama queste fotografie Equivalenti, associando in questo modo il trasformarsi vertiginoso delle nuvole ai suoi stati d’animo. Le nubi come specchio riflettono le sue esperienze più intime, i suoi pensieri, emozioni, come una mappa del suo paesaggio interiore.
Oggi fare fotografia è un gesto che accompagna la vita quotidiana. L’azione del fotografare è come il respiro, non ci si fa più caso. Una tale quantità di immagini mina la nostra capacità di pensare, avvelena il nostro mondo mentale.
Le immagini statiche ed in movimento che costellano lo spazio dei social media si assomigliano terribilmente.
È un mondo pigro e piuttosto sovraccarico di informazioni, dove l’individuo è portato a non essere attratto da qualcosa in particolare: l’interesse verso i contenuti permane dunque in superficie. Uno dei tanti soggetti ricorrenti che si possono trovare al suo interno, sono proprio milioni di immagini ritraenti semplici nuvole.
Per far fronte a questo avvelenamento, 4/4 vuole imprimere insistentemente, caricare di sostanza questi contenuti che si rassomigliano sin dal principio, raccogliendo e ripensando fotografie ritraenti nuvole, già esistenti. Le toglie dal grande flusso della comunicazione contemporanea per appropriarsene e riscriverle in cerca di un nuovo processo di attribuzione di significato.
A questo proposito interviene l’atto musicale, l’organizzazione di una composizione sonora, che nel momento in cui viene eseguita, contemporaneamente rivela ed imprime. Tali immagini divengono corpi che assorbono materia attraverso un atto di riscrittura che diviene espressione individuale. Un gesto che è simbolo di struttura, pensiero, progetto ed unicità.
Dunque, nel mentre che la fotografia viene percossa dalle bacchette intrise di materia pittorica, l’immagine si modifica.
Lo spettatore viene sottoposto direttamente a questo processo di trasformazione: le fotografie si contorcono ed evolvono sotto i suoi stessi occhi.
quì il video della realizzazione: https://vimeo.com/656335808
Eng:
In the summer of 1922 Alfred Stieglitz began photographing the clouds: tilting his camera towards the sky, he gives life to abstract images with ethereal shapes.
Stieglitz calls these photographs Equivalent, thus associating the vertiginous transformation of the clouds with his mood. Clouds like a mirror reflect his most intimate experiences, his thoughts, emotions, like a map of his inner landscape.
Today taking photography is a gesture that accompanies daily life. The action of photographing is like breathing, you no longer notice it. Such an amount of images undermines our ability to think, poisons our mental world. The static and moving images that dot the social media space look terribly alike. It is a lazy world and rather overloaded with information, where the individual is inclined not to be attracted to something in particular: the interest in the contents therefore remains on the surface.
One of the many recurring subjects that can be found within it are millions of images depicting simple clouds.
To cope with this poisoning, 4/4 wants to insistently impress, load with substance these contents that resemble each other from the beginning, collecting and rethinking photographs depicting clouds, already existing. It removes them from the great flow of contemporary communication to appropriate and rewrite them in search of a new process of attribution of meaning.
In this regard, the musical act intervenes, the organization of a sound composition, which, when it is performed, simultaneously reveals and impresses.
These images become bodies that absorb matter through an act of rewriting that becomes individual expression.
A gesture that is a symbol of structure, thought, project and uniqueness.
Therefore, while the photograph is struck by the sticks soaked in pictorial matter, the image changes.
The viewer is directly subjected to this transformation process: the photographs twist and evolve under his own eyes.