L'opera fa parte di un progetto in progress, dedicato all'Odissea, riletto chiave cosmo-artistica. In questo caso ho elaborato l'opera, inglobando un'immagine fotografica di fondale marino realizzata e donatami da mia moglie. L'ho inserita nella parte superiore dell'opera, nel collage di carta di giornale assemblata e dipinta che costituisce una sorta di "vela". In basso, ancorato ad essa mediante spago, un elemento di legno di recupero trovato in spiaggia.
La vela è concepita come una superficie che reca impressa una memoria di attraversamento nelle profondità del mare, come metafora di viaggio esistenziale.
L'idea è stata sollecitata anche da una pubblicazione che mi è stata proposta dallo storico dell'arte Giuseppina Radice, per il suo saggio "Eau de Voilette 2: agli uomini con le qualità".
Ho quindi riflettuto sul valore che può avere oggi ripartire propio dalle radici della nostra cultura, quelle che affondano in un passato che appare mitico, utopico e atemporale, ma che invece è stato e ci appartiene, in quanto ormai depositato nella memoria collettiva. C’è stato un tempo, quello di Omero, in cui l’uomo e l’identità maschile si costruivano a partire da un pensiero, alimentato da una fede nell’Universo e costruito con azioni e scelte etiche - che non potevano eludere la percezione delle sue forze misteriose. Riappropriarsi di questo è ancora oggi forse una possibilità.
Rileggere Omero, la sua Odissea, accogliendo un’ipotesi su Ulisse* come viaggiatore errante che non insegue soltanto “virtute e canoscenza”^ ma qualcosa di più profondo. Comprenderlo come l’uomo dai mille patimenti, che a seguito di una scelta (folle?), coltiva il desiderio di ritornare ad Itaca, dalla moglie Penelope, per costruire con lei e con nuovi occhi la “concordia gloriosa”; poi riparte per un nuovo viaggio, una nuova avventura, per sciogliere l’odio e l’orgoglio ferito in onore di Poseidone e dei numi immortali.
Ecco, questo è per me il progetto di vita di un uomo, di esistenza oltre il mito e l’utopia, emblema di una ricerca terrena di immortalità, non fine a se stessa ma a servizio della Vita. La scelta di un Io (un uomo) in accordo con un Tu (una donna), con il cosmo e le divinità che lo rappresentano simbolicamente (Zeus, Atena, Ermes, Poseidone, ecc…).
Mi auguro che ancora oggi l’uomo di oggi possa compiere scelte così profonde e coraggiose. Ripartire da un rinnovato e autentico rapporto di unione con l’altro, in accordo con l’Universo.
*cfr. Antonio Mercurio, Ipotesi su Ulisse, Ed. Sophia University of Rome, 2007.
^ cfr. Dante Alighieri, Divina Commedia, Canto XXVI.