Nel dipingere "Paolo e Francesca", ho voluto catturare il dolore eterno e la disperazione che avvolge i due amanti condannati, ispirandomi alla scena dantesca narrata nella Divina Commedia. Paolo e Francesca, travolti dalla passione, sono stati condannati a un destino di tormento e in questa opera ho cercato di rappresentare l'intensità delle loro emozioni, in un istante di sofferenza senza fine.
La figura di Paolo, con il volto parzialmente nascosto dalle mani, esprime un dolore che è quasi impossibile da sopportare. Le dita che affondano nel viso suggeriscono un tentativo di nascondere la vergogna e la disperazione, ma anche un desiderio di fuggire dalla realtà inesorabile che lo circonda. Francesca, invece, ha il volto rivolto verso l'alto, la bocca aperta in un grido silenzioso. Il suo viso deformato esprime un dolore profondo, una sofferenza che non può essere espressa in parole. Le sue mani, posizionate in un gesto che ricorda un tentativo di proteggere il cuore, sottolineano la vulnerabilità e l'angoscia del momento.
Lo sfondo scuro avvolge le figure, accentuando il senso di isolamento e di condanna eterna. I toni della pelle, caldi e morbidi, contrastano con l'oscurità che li circonda, quasi a suggerire che, nonostante la loro condizione, c'è ancora un residuo di umanità e passione in loro. Tuttavia, queste emozioni sono ora intrappolate in una dimensione di eterna sofferenza.
Con "Paolo e Francesca", ho voluto rendere omaggio alla potenza della letteratura di Dante, trasponendo in immagini quella tragica fusione di amore e dannazione che segna il destino dei due amanti. Il quadro non è solo una rappresentazione della loro pena, ma una meditazione sulla forza distruttiva della passione e sul destino inesorabile che essa può portare.