"Cari figli e moglie Marsiglia, li 18 novembre 1877
(...) Attendete bene quanto segue. Nel bastimento siamo spessi come in un bucco d'ave. E' morto un giovane di 5 anni ed era un bellissimo giovane ben nutrito ce ne sono altri otto ammalati gravemente. Uno strepito chi piange, chi si lamenta spose coi figli in braccio che vogliono gettarsi nell'acqua a negarsi e dicono se si parte si muore tutti prima di arrivare nell'America" (lettera di Francesco Sartori, Marsiglia, 1877)
A fronte dei significativi fenomeni migratori che investono ad oggi anche l'Italia, questo lavoro un omaggio a quanti nel corso degli ultimi due secoli sono salpati dalle stesse coste italiane, per realizzare il proprio progetto di vita. Le immagini sono incorniciate da brani di lettere, scritte in epoche differenti da migranti italiani diretti in Sudamerica, ma accomunate dall'urgenza di comunicare a cari e familiari vissuto, paura, disorientamento, disperazione, sollievo, sconfitte e vittorie. Colpiscono, leggendo quei testi, pur da collocare in realtà e contesti socio-economici ben lontani dagli attuali, alcune assonanze con l'odierna realtà migratoria: l'inadeguatezza dei mezzi di trasporto, poco affidabili, caricati di passeggeri ben oltre la loro reale capienza, l'alta mortalità, soprattutto infantile, registrata nel corso della traversata transoceanica, la rabbia e frustrazione a fronte di aspettative deluse e promesse non mantenute, la perdita di sicurezze e l'incertezza del futuro, il bisogno di mantenere vivo, attraverso la scrittura, il legame con le proprie radici.