La mia ricerca sulla rappresentazione dello spazio vede con questa opera il passaggio dalla sovrapposizione alla scomposizione. Quindi dal sovrapporre e cioè dall’aggiungere sono passato alla scomposizione e cioè al “togliere da”. La scomposizione è una forma di apertura, che libera gli elementi contenuti. Ho immaginato quindi di “aprire” un ambiente come se fosse stato contenuto in una scatola e di esplorare spazialmente i componenti che lo caratterizzavano. Come ambiente ho scelto l’Atelier che ho ipotizzato di scomporre, con un processo mentale di scannerizzazione, in più strati che si andavano a sovrapporre. Lo sfondo o, meglio, lo spazio intorno all’ambiente, è l’elemento contenitivo che vuole rappresentare la materia dell’universo. Fondamentale nella realizzazione visiva del progetto è l’utilizzo del segno e del colore, quest’ultimo imprescindibile per la percezione dei volumi e quindi della profondità.