La costruzione è teatrale: la città distrutta diventa scenario di una tragedia, dove non esistono più le quotidiane distanze e... Read More
La costruzione è teatrale: la città distrutta diventa scenario di una
tragedia, dove non esistono più le quotidiane distanze e proporzioni,
nella quale è rimasta solo una donna a rappresentare un’umanità
devastata.
l’umanità è tuttavia ridotta alla mera fisicità del corpo ingombrante di
questa donna che invoca il cielo, ed è forse un’invocazione muta: a chi
e che si chiede quando tutto è perduto? O comunque non udita.
Ma questa donna è viva e la sua vita è più importante di tutto il resto;
questo è il messaggio estremo nel ridurre gli edifici distrutti a
scenario teatrale dipinto. Dovete “vederla” e la metto davanti, in
centro, con dietro uno sfondo chiaro che disegna fantasmi di ruderi.
I colori: Il tocco di colore del fazzoletto strutturalmente centrale ha,
oltre a quella puramente tecnica, funzione simile, e quell’azzurro che
cola sui muri diroccati, uguale a quello di un cielo impenetrabile e
muto, che non si sa se simbolo di sfacelo poiché è da lì dopotutto che è
piovuta la distruzione, oppure, o insieme, una disperata speranza, che
l’invocazione qualcuno la senta. E` un quadro politico, e` un quadro sociale e` un quadro che
mette a nudo la malvagita` umana e l'accettazione muta di tanto orrore.