Da lontano mi giungono colori, odori e rumori
che riconosco come miei,
come la strada su cui ho sempre camminato,
come l’aria che ho sempre respirato
e mi volto per accoglierli,
per liberarli dalla polvere del tempo che si accumula nella
mia mente e tenta di avvolgerli,
di sbiadirli.
Dall’ultimo punto di fuga dell’orizzonte, mi giunge il suono
di una voce dolce,
suadente
che mi trasporta, a ritroso, lungo il sentiero lunghissimo
di mille anni fa,
quando correvo collezionando luoghi comuni e cadevo
incurante di ferirmi e di ferire
e mi rialzavo, credendo di volare.
Lentamente plano sui miei ricordi più antichi, sulle mie
nostalgie irriducibili
e guardo il mio cuore appeso al filo tenace delle mie verità,
il mio cuore che pulsa di luce quando reincontra un sogno,
che si spegne quando incontra una nota perduta.
Lentamente plano su questi miei pensieri
e sul mare della mia vita che, come seta, mi scalda
ma scivola inesorabilmente via, verso chissà quali lidi, o nessuno.
Vicina sento una voce dolce che mi seduce,
sento una mano che accarezza, senza stancarsi, le mie malinconie.
Da lontano, a giungermi colori, odori e rumori
che riconosco come miei
mentre m'immergo in questo cielo nero,
profondo quanto un'assenza irrecuperabile,
un ricordo smarrito, un maledetto rimpianto.
ALESSANDRO MARINO