C’è un pensiero sulla musica – che mira cioè a definirne natura e significato – e un pensiero che si sviluppa dalla musica, che considera cioè quest’ultima l’apertura di un orizzonte di verità per la comprensione della realtà nel suo complesso. La musica è, alla luce della filosofia, una scienza e un'arte, è una forma astratta e insieme un possibile strumento di significato reale, di formazione spirituale e di modifiche comportamentali: "Chi canta, prega due volte", lo diceva Sant'Agostino.
Ma bisognerà aspettare il pensiero di Schopenhauer per cogliere della musica la matrice più propriamente metafisica: 《...ne deriva che la musica, la quale oltrepassa le idee》scriveva 《 è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico, semplicemente lo ignora, e in un certo modo potrebbe continuare ad esistere anche se il mondo non esistesse più.》
L'opera "Euterpe", il cui nome è legato a un personaggio della mitologia greca, figlia di Zeus e Mnemosine, nonché una delle muse, il cui nome significa "colei che rallegra", vuole essere un chiaro omaggio alla musica e alla magia con cui riesce a proiettarci nell'infinito spazio delle idee.