Ho
scelto di presentare questo disegno perché sto vivendo un periodo molto
particolare della mia vita.
Interpretare
e ritrarre questa immagine è un po' come ritrarre i miei pensieri e lasciare
l'anima libera di muoversi,
anche
se mi trovo a guardare il mondo come dalla finestra di una stanza, come Van
Gogh in quel lontano
mese
di Giugno 1889.
I
miei colori monocromatici non riproducono fedelmente i suoi colori, ma è
proprio attraverso questa "manipolazione"
che
posso offrire la mia veduta personale e interiorizzarla.
Il
cipresso di Vincent diventa il mio cipresso, il mio ostacolo (o i miei ostacoli
), il mio intermediario fra terra e cielo,
come
una fiamma che anelante cerca l'Infinito,
protesa così come sono nella ricerca di tutte le risposte che ora non ho!!!
" Guardare il cielo mi fa
sempre sognare..."
I
miei colori ( non colori ) e quelli di Vincent, sono contrastanti, ricchi di
contrasti tonali.
Van
Gogh pensava che " la notte fosse
più viva e più riccamente colorata del giorno", ecco perché i colori
non servono per fare mio quello stesso turbinio di emozioni.
Guardo
il mio vortice di stelle, mi trovo al centro di una energia quasi magica, cosmica
e soprannaturale degli astri
e
della luna. Nel caos del cielo io percepisco il vento che smuove, che porta via
e che avvicina. Lo stesso caos che sento ora in me, nonostante la mia semplice
apparente tranquillità, simile a quella di quel borgo di notte, con le colline,
magari quelle della mia Brianza, la nostra Montevecchia, oppure Osnago, con
quell'ordine tranquillo che nella rarefatta quiete della notte e dei nidi
domestici nasconde la solitudine della mia anima ora un po’ smarrita.
Sento
la mia piccolezza e la mia fragilità davanti alla sublime potente magnificenza
del Cielo, che diventa con la "C" maiuscola e Immenso. Infinito.
Ho
scelto questa immagine perché mi permette di rappresentare i sentimenti vertiginosi
che ho dentro.
La
notte è vita, la notte dona uno spazio per riflettere, la consapevolezza del
guardarsi dentro e al contempo di volgersi oltre " la finestra". Oltre.
La
notte porta consiglio.
La
notte è il mio punto di partenza: è poco prima del sorgere del mio nuovo sole,
un sole forse più bello.
La
notte è un po' il viaggio dell'anima avvolta in una coccola serale, ma anche
nel sonno causato da continue
e
prolungate inquietudini: questo viaggio però, seppure in un tremolio di tocchi
e di sensazioni, porta l'anima a guardare in alto, a riprendere in mano la
vita, forte di una nuova consapevolezza: la mia scelta, il mio cambiamento,
così come
il
mio bisogno di essere in una di quelle casine, fra gli ulivi guardando il Cielo
e ritrovando Qualcuno di grande.
Ho
cercato di riprodurre i tocchi o diversi di Van Gogh, in modo metodico, quasi
geometrico: si avvicina al mio modo
di
essere, introverso e sensibile: calmo ma ricco di contrapposizioni che tempo fa
non avevo imparato ad accettare
e
ancora prima a riconoscere. Mi sono rivista in un grigiore di momenti difficili
che da sentimenti disordinati e stati d'animo quali sono ora mi riportino anche
su, alla libertà, alla vita e alla bellezza del suo scorrere, imprevisto
e
liberamente spontaneo.
" Se oggi non valgo nulla,
non varrò nulla nemmeno domani.
Ma se domani scoprono in me dei
valori, significa che li posseggo anche oggi.
Infatti, il grano è grano,
anche se la gente, all'inizio, lo prende per erba ".
( Vincent Van Gogh ).
Mi
sono sentita addosso il peso delle persone, anzi, della gente come le definisce
Van Gogh, della gente estranea,
ma
anche della gente amica eppure pronta unicamente al giudizio. Le ho sentite
ostili e superficiali nella loro vicinanza, a volte solo ipotetica. Ma, succede
( e succede sempre!!! ) che essere sé stessi sia l'unica strada, l'unica
verità,
l'unica
opportunità di essere liberi e di esistere.
Succede
che solo con questa consapevolezza il mondo intorno a noi cambi, solo quando
cambiamo noi stessi; succede allora che brillii qui e là di nuove luci, seppur
lontane e a volte mutevoli.
E
ancora...
Succede
che quando qualcuno nel mondo si accorge davvero di te e arriva a leggerti dentro,
la verità, ciò che sei,
i
tuoi pensieri, anche quando non sei ancora pronta per comunicarli, succede che
tutto questo serve e significare che non è vero che non si valga nulla, che
forse può essere così oggi, ma non che lo sarà anche domani.
Quando
giunge quel momento ( e giunge sempre, anche se a volte in ritardo ) i valori e
i principi in cui crediamo ci fanno vincere, ma non per gli altri o davanti
agli altri: proprio per noi stessi.
E
diventa gioia; è felicità, è serenità.
Succede
che la mia notte diventa stellata, arricchita dai miei colori.
O
forse in ogni notte ognuno di noi può leggere sé stesso: è sufficiente
fermarsi, osservare, sentire, e i colori brillano
di
noi, ognuno con la propria luce.
Era
il 19 Giugno 1889.
Anche
attraverso questa data ho potuto sentire mia questa immagine: il mio quadro
nella mia data.
19
Giugno, giorno della nascita di una persona importantissima per tutta la mia
vita; 19 Dicembre, data familiare,
ma
anche simbolo di inizio nella mia vita: di nascita interiore, di ritorno alla
vita vera o vita per la prima volta.
Realizzare
questo disegno è stata una opportunità mediante la quale ho potuto esprimere il
mio viaggio interiore attraverso il ritratto di uno dei quadri più belli di
tutti i tempi, quello che io definisco il quadro della vita di ognuno di noi.
Ci
possono essere momenti di forte vertigine, qua e là spazi vuoti, ma poi si
scorge un tremolio di speranza,
prima
timido e poi sempre più audace fino a permetterci di risalire e di fare riaffiorare
tutte le emozioni sopite
troppo
a lungo. Allora l'inquietudine lascia il posto alla contemplazione, alla consapevolezza
di sé e del mondo,
alla
serenità e ad un senso placido di quiete.
Questa
vuole essere "La Mia Notte Stellata".