L’opera dal tiolo “ Amore e Vanità “ affronta
il tema del rapporto tra uomo e cane, secondo alcuni autorevoli studi
universitari il rapporto che si crea tra cani e proprietari può essere paragonato
a quello tra figli e genitori, in particolare la donna può diventare come una
vera e propria madre : il contatto e gli scambi di sguardi prolungati nel tempo
che il cane ha imparato a sviluppare nel corso dei secoli, giocano un ruolo decisivo
nella produzione di ossitocina ossia l’ormone che trasmette i sentimenti materni,
creando sintonia e fiducia reciproca che mai si potrà instaurare con altri
animali o persone ma solo con i propri figli.
Tale scoperta è di fondamentale importanza
per capire l’unicità è la profondità di legame che si può instaurare se si è disposti
a trattare con amore e rispetto anche gli animali; purtroppo ancora oggi, nonostante
il proliferare delle informazioni sono ancora presenti molte realtà di puro
sfruttamento e tortura delle razze canine, realtà che mettono in primo piano il
profitto economico dimenticando di infliggere torture infinite per strappare la
pelliccia ai parenti dei nostri cani domestici.
Il messaggio dell’opera è quello di lanciare
un allarme mettendo a confronto due mondi contrapposti per sensibilizzare le
coscienze di chi produce capi alimentando mode inutili e perverse ed in
particolare dei consumatori che potrebbero fare la differenza con scelte più
eque e consapevoli.
L’opera descritta rientra nella serie “ Macchine del
tempo “, dove lo stile dell’ Arte Conservativa diventa matrimonio delle varie conoscenze
dell’artista, tra le discipline dell’arte, del restauro, e dell’architettura,
apprese negli anni di studio e lavoro . L’opera nasce dall’idea di recuperare
il ritratto ottocentesco raffigurante un
ritratto di donna con il suo cane, per
dargli nuovamente forma e dignità attraverso lo studio dei materiali antichi e l’intervento di conservazione.
Antico
e moderno si fondono in un dialogo sullo stesso tema , per dare vita a un’
opera attuale, del tutto nuova , che vuole catturare l’attenzione anche dello
spettatore meno interessato all’antico, raccontando con enfasi comunicativa
come si restaura un dipinto e come si può creare un legame tra passato e
presente.
Il
significato originale dell’opera viene espresso catturando all’interno di
geometrie e riquadri i gesti più rappresentativi
, tali da divenire una sintesi formale, una semplificazione di lettura dei
canoni classici, più consona allo stile del nostro tempo.
Il
confronto con i grandi maestri del passato non si limita a indagare i segreti
del restauro valorizzando opere dimenticate ma si completa realizzando sul
supporto esterno un dipinto ex novo per dare voce al pensiero attuale rispetto al tema prescelto.
In
tal senso l’antico reinterpretato si unisce al contemporaneo tramite anelli
metallici che segnano il tempo dei segni zodiacali come in un astrolabio e le
coordinate spaziali come in una bussola,
dando una collocazione ben precisa
dell’opera ogni volta che viene esposta.
Tempo
e spazio che cambiano, scorrono e trasformano lasciando la Natura sempre protagonista
di storie che si ripetono, come ben rappresentato nell’opera dal titolo “ Amore e vanità “.