Wall Street Satori - Digital Mandala - Meditation for Peace
WALL SREET SATORI si riferisce al tradizionale mandala buddista. Il mandala è un'immagine simbolica dell'illuminazione vissuta attraverso la liberazione, l'uscita dal mondo condizionato. Le cause della sofferenza, presentate come quattro debolezze: rabbia, orgoglio, desiderio, gelosia, grazie alla trasformazione in quattro saggezze, portano alla liberazione della vera natura di ogni essere umano: amore e compassione.
In DIGITAL MANDALA, le cause del condizionamento sono presentate simbolicamente attraverso una composizione di codici digitali, e più precisamente - sequenze di numeri della borsa mondiale. La nostra realtà quotidiana è dominata dalla presenza dei numeri. Non solo nel contesto dell'economia e della speculazione di borsa, anche come registro di ogni tipo di informazione. I numeri che organizzano le strutture del mondo ne sono diventati anche il condizionamento, e il denaro una forma di schiavitù. Al centro di WALL SREET SATORI è un simbolo di una mente risvegliata, compassione, armonia e pace - l'immagine di Buddha. Ognuna delle varianti del MANDALA DIGITALE presenta esattamente la stessa immagine, deformata dalla computer grafica. Il ciclo di immagini distorte rimanda al rituale di versare sabbia e poi spargere un mandala buddista, simbolo di armonia e integrazione. Il rituale simboleggia l'impermanenza di tutti i fenomeni, la fugacità, il passaggio, nonché la reciproca penetrazione di tutto, creando un insieme inseparabile.
DIGITAL MANDALA ha preso la forma di tessuti che ondeggiano al vento, così che, proprio come le tradizionali bandiere di preghiera, diffonda liberamente il suo messaggio in tutte le parti del mondo. Secondo la tradizione, il Buddha, seduto sotto l'albero della Bodhi, dove ricevette l'illuminazione, rivolse il viso verso est, da dove arriva l'alba, un simbolo di luce spirituale.
DIGITAL MANDALA è dedicato alla memoria di Thomas Merton, scrittore, poeta, monaco della tradizione cristiana chiamato il "Buddha dell'Occidente".
