L'attuale situazione che stiamo vivendo ci ha costretto a rivedere il concetto di tempo, cui fino ad ora siamo stati legati e sottomessi. Riflessioni
prende le mosse da questo assunto, invitando lo spettatore a una presa di coscienza.
Attraverso l'immagine derivata del bosco, l'installazione si sofferma sul significato etimologico del termine “riflessione” – inteso sia come invito a fermarsi e contemplare il mondo circostante, sia come peculiarità di una superficie riflettente. Funzionale a questo discorso sono gli specchi, installati sulla parte superiore dei tronchi disposti secondo un ordine casuale, al fine di ridare allo spettatore l'idea di habitat naturale.
Lo specchio, riflettendo non solo la forma dell'individuo, ma anche quella dell'ambiente circostante, funge da punto di connessione tra uomo e natura, tra terra e cielo, di modo che il viaggio possa essere universale.
Tra un tronco e l'altro è lasciato uno spazio che permette il passaggio di una singola persona, così che l'installazione sia fruibile sia sul piano visivo sia sul piano fisico. Esternamente la struttura si presenta come un intricato susseguirsi di tronchi che nascono dal terreno, ognuno dei quali riflette un frammento di cielo.
L'installazione propone un cammino in cui immergersi in una dimensione contemplativa e, attraverso il riflesso del cielo, non avere più alcun punto d'orientamento se non sé stessi. Sospesi in una dimensione dove il tempo torna a essere archetipo dell'uomo.