Progetto per la realizzazione di una scultura ambientale per la rigenerazione del Museo a cielo aperto d’arte contemporanea “Fiumara d’Arte”: i belvedere dell’anima.
Luogo d’intervento: lungomare Colonna, presso il Monumento per un poeta morto di Tano Festa.
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"Con acqua e terra Prometeo
plasmò gli uomini e donò loro il fuoco
che celò in una ferula
di nascosto da Zeus."
- Apollodoro – I miti greci I, 7, 1. *
Mosso a pietà della fragilità e della miseria degli uomini, dopo aver sottratto ad Efesto una scintilla del fuoco Celeste, contro il volere di Zeus Prometeo ripone il fuoco in uno stelo di ferula cava e lo dona alle deboli creature, permettendo loro di sopravvivere e di progredire in un mondo ostile.
Il progetto prevede la realizzazione di una seduta il cui aspetto evoca lo stelo di una ferula essiccata che disperde i suoi semi nelle aree limitrofe del Monumento per un morto di Tano Festa, sul lungomare Colonna.
La realizzazione dell'elemento vegetale in cui Prometeo custodisce la scintilla degli dèi da donare all'umanità, è cruciale per un'attualizzazione del mito, poiché esso ridiventa – seppur in condizioni diverse - strumento pratico (il fuoco / la seduta) ed energia vitale (luce / aggregazione).
Quel dono di salvare l'umanità dalla compagnia della sua condizione donandogli il fuoco e, allo stesso tempo, la ragione con cui utilizzare, nel diventa una possibilità di rifugio e conforto, dando senso ad un luogo spesso solo attraversato e mai a pieno nella sua qualità sociale.
La Ferula di Prometeo è pensata come una struttura funzionale di aggregazione che invita ad essere vissuta di giorno, ma anche e soprattutto quando gli esili gambi dei diacheni si illuminano nell'oscurità della notte, custodendo la scintilla.
Per via dei semi sparsi lungo l'opera, il lavoro è concepito come un progetto diffuso, non sempre distinguibile nella sua interezza e che piuttosto lascia al visitatore la sensazione di essere sempre all'interno dell'opera.
* Apollodoro – I miti greci I, 7, 1. Traduzione di Maria Grazia Ciani, Mondadori – Fondazione Lorenzo Valla, Milano, 2008, p. 31