L'opera è realizzata su pini cembri delle Dolomiti.
Il Popolo della Corteccia è un'opera di land art site specific creata per i boschi delle Dolomiti. Ispirata dalle leggende di queste magiche montagne, racconta un futuro meraviglioso .
PREMESSA
Il mondo è pieno di storie sul futuro dell'umanità e del nostro pianeta. Pare che siamo destinati ad essere sostituiti da robot, a morire di fama o di plastica, costretti ad usare visori di realtà aumentata nel metaverso per ricordarci com'era la Terra prima della distruzione atomica.
Quest'aria di apocalisse è un seme distopico che rischia di crescere e germogliare sul serio.
Io non ci sto a coltivare paure e catastrofi.
VOGLIO SEMINARIO UTOPIE
Cosa accadrebbe se l'umanità riuscisse ad evolversi nell'armonia e nella comprensione dell'unità con tutto il creato? Cosa accadrebbe se tutti quei discorsi su l'unione dell'uomo con la natura si realizzassero? Cosa accadrebbe se le leggende narrano da molte popolazioni, comprese quelle ladine, in cui si racconta di umani che possono trasformarsi in alberi, in pioggia o marmotta, fossero vere?
Cosa accadrebbe se l'intera umanità raccogliesse tutte le intuizioni, le ispirazioni e seguisse la sua natura in sintonia con l'Universo?
Le donne e gli uomini del popolo della corteccia sono la risposta visionaria a questa domanda.
Una leggenda, forse un mito, magari una profezia, oppure solo una speranza, ma è ciò che ho visto, sentito e goduto.
IL POPOLO DELLA CORTECCIA
Il popolo della corteccia vive nei boschi, o meglio, è anche il bosco. Può trasformarsi in ogni pianta, è connesso con tutto il Regno Vegetale, ne conosce ogni potere ed emozione. La pratica quotidiana, e dalla quale proviene il nome della tribù, è quella di immergersi fisicamente e spiritualmente negli alberi.
Gli uomini e le donne corteccia sono fermi, come gli alberi. Praticano l'immobilità vegetale e l'arte dell'esistenza senza il movimento. Questa metamorfosi momentanea dura secoli o secondi. Umani e alberi sono in mimesi e mitosi continua. La tribù della corteccia esiste e vive così, esattamente come te la immagini, sente ciò che sentono gli alberi. Quando sono insieme sono connessi, uniti, si trasmettono le proprie esperienze, ma soprattutto le proprie essenze, si riconoscono, si rispettano, si ammirano.
Questa storia è un seme che viene dal passato e dal futuro insieme, è il racconto che rende possibile un'utopia.
Se puoi immaginarlo puoi crearlo.
PERGOLATO
quest'opera appartiene ad ARBOR , dal latino Albero , un progetto che nasce dal puro desiderio di avvicinarmi alla natura, di lavorare nei boschi e in luoghi speciali, di potermi ispirare sul luogo, lasciare che un albero mi parli, sentire il suo respiro, la sua storia…
Desidero sperimentare la connessione con il Regno Vegetale attraverso l'Arte.
L'intervento artistico avviene sui tronchi e sui rami degli alberi dopo un momento di ascolto, scoperta e meditazione.
Realizza sculture biodegradabili utilizzando impasti di argilla e paglia. Successivamente vengono dipinte con pigmenti naturali, acqua e uovo. L'effetto finale è un intaglio impossibile , una corteccia che rilascia suggestioni, visioni e riflessioni.
La pioggia, il vento e il sole sgretoleranno la scultura. Quando l'opera cadrà, ai piedi dell'albero, lui stesso si nutrirà della mia arte generando uno scambio poetico.
La lavorazione della terra è reminiscenza della tradizione che appartiene al territorio in cui sono cresciuta, Fratte Rosa, un piccolo borgo dell'entroterra marchigiano che ancora oggi mantiene viva la produzione di manufatti in terracotta e cruda.
Per maggiori informazioni visitare:
https://www.smach.it/megx
Foto 1 di Gustav Willeit