“Senza nome, senza meta” è un'opera che affronta con struggente delicatezza il tema della perdita dell'infanzia nei contesti di guerra. La scelta della stampa digitale su carta Hahnemühle, successivamente ritoccata a mano, riflette il dualismo tra ripetizione e unicità, tecnologia e umanità, presenza e scomparsa.
L'anonimato dei volti e l'indeterminatezza del paesaggio amplificano la dimensione universale della sofferenza: questi bambini potrebbero essere ovunque, in qualsiasi tempo, eppure parlano direttamente al nostro presente. Il cammino senza meta diventa un potente simbolo della disumanizzazione collettiva e della necessità, urgente, di una nuova coscienza. L'intero pannello é creato dalle tre immagini.
L'opera si inserisce nel più ampio lavoro dell'artista sulla memoria, la fragilità e la resistenza dei corpi in relazione al trauma collettivo e all'etica della visione.