Un meticoloso studio di carattere matematico da me condotto su alcune specifiche
proprietà delle forme piane e solide m'aveva aperto un campo insospettato di
possibilità estetiche rivolte alle Arti Visive: facendo confluire le note
ricerche escheriane con le enunciazioni geometriche di Harry Lindgren m'ero
infatti accorto di come fosse possibile, rispettando una serie di accorgimenti
formali ben individuati, comporre delle immagini che, invertendo i rapporti
ordinari tra Figura e Sfondo, potessero produrre versioni differenti dello
stesso soggetto, tutte di senso compiuto. In questo specifico studio la figura
mitica di Icaro tramuta nell'immagine speculare di sé stessa, passando
dall'illuminazione diurna alla notturna, mentre i margini della composizione
alternano il rettangolo con l'esagono. Quest'opera fa parte del
cospicuo corredo d'illustrazioni presente nel racconto fantastico "Manuale estemporaneo di geometria
irrequieta", un mio testo narrativo che alterna alle movimentate vicende
del protagonista le varie sezioni d'un prontuario divulgativo da lui stesso
redatto sulla "Equidecomponibilità delle Figure Piane e Solide".
L'irripetibilità dell'improvvisazione creativa da un lato e
l'austera ricerca di formule universalmente ripercorribili e trasmissibili
dall'altro individuano, secondo mentalità diffuse, due avverse attitudini
artistico-operative inconciliabili. Tuttavia esse non esprimono propensioni fra
loro necessariamente ostili: forse entrambe andrebbero piuttosto considerate
quali fasi alterne e complementari d'un processo binario, i passi destro e
sinistro nel nostro naturale incedere avanzando. Ma può darsi che altre simili
"false antitesi", retaggi caparbi di
vicende culturali più o meno remote, vadano respinte per poterci affrancare da
atteggiamenti pregiudiziali e manichei inclini a negarci consapevolezze non
Ancora Raggiunte: Culture "tecnico-scientifiche" contro
"umanistico-letterarie"; visualità, sonorità o verbalità scisse fra loro;
figurazione contro astrazione; esuberanza contro rigore; realismo contro
soggettivismo; sperimentazione contro divulgazione. Ogni categoria mentale è
solo uno strumento artificiale che, proprio perché strumento, ha una sua
utilità solo provvisoria, storica: la realtà non si compone di comparti stagni.