Material: Murano Glass with embedded Murrine ,silicon/wax casting,3D modeling and printing
This work of data-art was inspired
and modeled around a detailed study on tide levels - measured by Centro Maree -
applied to a summarised altimetry map of the island of Venice.
The original brief was assigned by
the Birmingham School of Art, and it asked for a response to hydrofeminism
through a lens of our choice. Highly influenced by the
work of Lorenzo Quinn and Norwood Viviano, I produced a digital model,
showcasing the curve of increasing surface loss us Venetians experience every
time the water reaches 90 cm above sea level.
This
artwork is activated by immersion: the liquid gradually hides a quota of the
island to the viewer, until the model is completely concealed, a dynamic
portrait of the periodical tides and the way they affect our fragile city.
The concept is embodied through glass-blowing
techniques, where the structure is fused into a traditional glass – “goto”
- turning it into a daily reminder of the slow fading of Venice.
The choice of application is
heavily influenced by the work of El Cocal: feminist glass studio in Murano,
currently working towards making glass a more inclusive matter to women, as the
discipline has a long tradition of gate-keeping: blowing glass is considered “a
job for males only”. Witnessing a live demonstration has made me think of glass
in its liquid state as a materialization of our raw creative potential.
As a Venetian, glass is in my DNA,
therefore having the opportunity to express my environmental concerns through
such ad hoc material, makes my concept come full circle.
ITA:
Questo progetto di data-art si ispira ed è modellato su uno studio
dettagliato delle maree lagunari, misurate dal Centro Maree, applicato ad una
mappa sommaria dei rilievi altimetrici dell’isola di Venezia.
Il brief mi è stato proposto dalla Birmingham School of Art e richiedeva di
creare un progetto che rispondesse alla tematica dell’idrofemminismo attraverso
una chiave di lettura a nostra discrezione. Fortemente influenzata dai lavori
di Lorenzo Quinn e Norwood Viviano, ho prodotto un modello digitale che
rappresentasse graficamente la curva di perdita di superficie calpestabile in
concomitanza con l’aumento delle maree, a partire da 90 cm sopra il livello del
mare.
L’opera si attiva per immersione: progressivamente, il liquido cela una
porzione dell’isola allo spettatore, finché il modello non viene completamente sommerso,
un’illustrazione dinamica della ciclicità delle maree e del loro impatto sulla
nostra delicata città.
Il concetto si concretizza attraverso l’applicazione del modello
all’interno di un goto, coppa in vetro della tradizione muranese,
rendendolo un promemoria quotidiano della lenta scomparsa di Venezia.
Questa scelta di materiale è ampiamente influenzata da El Cocal, fornace femminista
nata a Murano per combattere gli stereotipi che vorrebbero l’esclusiva maschile
sulla disciplina del vetro soffiato, relegando la manodopera femminile al
lavoro a lume. L’esperienza in fornace mi ha portato a vedere nella liquidità
del vetro fuso, una materializzazione del nostro potenziale creativo inespresso.
Da veneziana, sento che il vetro è nei miei geni, dunque l’opportunità di
esprimere le mie preoccupazioni ambientali attraverso un materiale con cui mi
sento così intrinsecamente connessa è un cerchio che si chiude.