Diana, dea dei boschi e delle selve, cacciatrice e al contempo protettrice degli animali. Ad oggi appare ormai impossibile conciliare queste due ultime istanze. Ma nell'antichita' proteggere l'equilibrio della natura era anche rappresentato da una caccia selettiva, basata sulla garanzia riproduttiva e sulla necessita' di sostentamento degli esseri umani. Senza il bisogno di ricorrere a posizione estreme e strumentalizzazioni ideologiche ( tanto care invece alla nostra generazione), era possibile un consumo di carne che non rappresentasse devastazione seriale, ne' tortura di altri esseri viventi, come invece facciamo oggi, ricorrendo a sistemi di allevamento intensivo e di consumo massivo.
Diana si presenta inoltre come figura femminile intenta in azioni che al tempo sarebbero state considerate degne di un uomo: ci ricorda la necessita' ormai impellente di superare gli schematismi di genere; ci invita ad avere il coraggio di sperimentare quello che siamo, indipendentemente da come appariamo o da come siamo nati. Per questo nei tags di questa dea compare la parola chiave con la quale ci rivolgiamo al nuovo concetto di sessualita' liquida: lgbt.
Questo progetto racconta il culto idolatrico degli hashtag, dell’omologazione alla quale ci stiamo piegando, sia a livello verbale sia a livello identitario. Usiamo le stesse parole, dunque pensiamo le stesse cose.
Siamo tutti attenti osservatori delle regole secondo le quali l'algoritmo ci rende noti o piuttosto fedeli riproduttori del formato di impaginazione del nostro social preferito, perche' la nostra immagine ne risulti piu' accattivante … regole che concretamente ormai alterano il nostro stesso modo di scattare una foto o peggio condizionano il nostro stesso modo di guardare la realtà, o di pensare la nostra identita', che dovrebbe ancora esistere dietro una foto, ma che della quale forse, nei nostri scatti condivisi, ve ne e' rimasta solo una minima riproduzione verosimile.
Sapete quante persone ricorrono ai medesimi hastags?! Quanto valgono le parole del nostro nume tutelare in moneta-hastags di instagram? Provate a controllare voi stessi. Provate ad inserire alcune delle parole chiave che ho lasciato nei collages e scoprirete che lo stesso gesto - lo stesso pensiero - e' stato condiviso da milioni di persone, talvolta da miliardi di persone. Troppi esseri umani appiattiti dietro una solo vuota parola chiave, tutti intenti a compiere il medesimo gesto, a pensare la stessa idea.
E voi quali gesti siete disposti a compiere per assecondare il potenziale di visibilita' di un tag?! …per trovarvi nel luogo giusto, con le persone giuste, per avere il prodotto giusto, per sedere al tavolo giusto?! … e il tutto solo per essere indicizzati nel modo “giusto”?! Tutti rapiti da un isterico e bulimico presenzialismo da mostra blockbuster ...Quanto vale il coraggio di essere diversi?
+ Per condividere in modo autentico questo pensiero con lo spettatore - quasi certa che se trovera' interessante il collage, probabilmente tirera' fuori il proprio telefono per fotografarlo - ho deciso di nascondere un tag nfc nel collage ( senza che sia visibile) ... non appena si avvicinera' il telefono, il collage gli inviera' un link speciale per ricordargli di ricominciare a guardare l'arte senza il filtro di una fotocamera: www.stefaniasagliocco/idols
| DIANA #vegan #green #lgbt | D.44 cm cm ( incorniciato 50x50 cm) | Collage su Cartoncino | OCCO | 2022
PEZZO UNICO