Riflessi a Venezia.
Ho imparato la tecnica della lavorazione a telaio per capire meglio le caratteristiche dei filati , ma mi sono sentita troppo stretta in manufatti bidimensionali.
Queste lampade nascono dal bisogno di applicare le regole del telaio a manufatti tridimensionali proprio perché il mio interesse principale, in quel momento, era studiare i filati come colori e la loro capacità così inusuale di assorbire e riflettere la luce.
Così ho usato lo scheletro della lampada come fosse un telaio, lavorando con ordito e trama. Sentivo che potevo esprimermi più liberamente e soprattutto raggiungere due obiettivi: ottenere un arazzo e una lampada contemporaneamente.
Un oggetto di design che contemplasse una forma espressiva non solo artigianale, ma artistica.