Una spilla romana,
esposta presso il Museo archeologico Statale di Palazzo Panichi in Ascoli Piceno,
è stata la fonte di ispirazione per questa lampada: l’elemento ortogonale della
fibula l’ho immaginato come corpo illuminante e, di conseguenza, l’arco al di
sopra e per tutta la lunghezza dell’ago, come stelo. Il tutto fissato su di una
basamento pesante.
La forma, così
scomposta, suggeriva la scelta di differenti materiali, anche per giocare con i
loro colori: per il portalampada ho scelto un tubo in ottone; per lo stelo il
legno, noce, ricavato da un asse vecchio di oltre 30 anni; per il piedistallo,
che doveva esser pesante per contrastare il peso dell’inclinazione della
lampada, un lapideo, e la scelta è caduta su una mattonella di marmo
travertino.
Realizzandola mi sono
reso conto che quei tre materiali combinati tra loro stavano in realtà
raccontando di quanto ognuno di essi dipenda dall’altro, parte di una relazione
circolare indissolubile, ma non solo: la loro storia è un perpetrarsi che parte
dalla fibula stessa.
Come questa fibula è
tornata alla luce dalla terra, immagino da uno scavo archeologico, così la base
della lampada è terra, supporto da cui sorge la lampada verso la luce; il legno
dello stelo, già albero, poteva prodursi soltanto portando acqua
alla terra; così per l’ottone, i cui metalli estratti ancora dalla terra,
potevano fondersi in lega solo grazie al fuoco. TERRA, ACQUA e FUOCO che
necessitano dell’ossigeno dell’ARIA per attivarsi, la base dell’ordine delle
cose: questo il racconto.
Il prototipo è stato
realizzato completamente a mano, salvo poche lavorazioni con attrezzi semi
professionali; la lampada è comunque
riproducibile con processi industriali.
Come alimentazione si è scelta quella a 5 Volt da cavo USB, presa ormai disponibile in ogni
angolo di casa o, in alternativa collegabile ad un power bank o al PC: questo
perché la si vuole rendere utilizzabile senza dover dipendere da una presa a
muro. In tale direzione, un futuro upgrade potrebbe renderla completamente
autonoma tramite batterie ricaricabili inserite nel basamento.